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Mario Draghi, il retroscena: "Perché non sopporta Giuseppe Conte". Verso la crisi...

mercoledì 13 luglio 2022

2' di lettura

Il giorno più difficile, per Mario Draghi e per il suo governo, costretto a subire le bizze del M5s e di Giuseppe Conte. Crisi o non crisi? Il tutto dovrebbe risolversi nelle prossime ore e tutto sembra possibile. Anche se Sergio Mattarella, è arcinoto, farà di tutto per evitare la crisi. Anche in caso di uscita dei grillini dalla maggioranza: tecnicamente, i numeri ci sono (o potrebbero esserci).

Di sicuro, Silvio Berlusconi ha detto che Forza Italia resterà al governo anche senza M5s. La posizione del Pd è di fatto analoga. Matteo Salvini, per la Lega, ha però fatto sapere che senza pentastellati in maggioranza, anche per lui la parabola di mister Draghi a Palazzo Chigi e di questo strano governo sarebbe da considerarsi estinta. Poi, certo, la politica è il regno del possibile.

Contro il voto anticipato, oltre alla contingenza economica (tra guerra, pandemia e rialzi dei prezzi) clamorosamente critica, gioca anche lo "stipendio" dei parlamentari: meglio tenersi poltrona e assegno, questa la sintesi del pensiero di molti peones (e in tal senso, il gruppo di Luigi Di Maio potrebbe essere il salvagente perfetto).

E nel frattempo, Dagospia offre un appassionante retroscena sulla vicenda, tutto incentrato sulle resistenze che Mattarella opporrà alla crisi. Ma non solo. Nel medesimo retroscena, Dago si interroga: "Ma oi perché il rapporto personale tra Conte e Draghi non è mai decollato?". E ovviamente offre anche una risposta alla domanda: "Mariopio, che è un iper-romano, si avvicina alle persone con un misto di cinismo e indolenza. Con quei pazzarielli di Beppe Grillo e Matteo Salvini, sotto sotto, si diverte perché vanno al sodo, sono schietti e sanno come cazzeggiare per smorzare le tensioni. Con Peppiniello Appulo, invece, c’è una resistenza epidermica", sottolinea Dago.

E ancora, conclude il sito diretto da Roberto D'Agostino: "Draghi, che è un decisionista pragmatico, non sopporta l’eloquio contorto e soporifero di Conte, quell’ingarbugliata supercazzola con scappellamento a destra che gira intorno alle cose e si ferma sul gozzo, senza mai arrivare al dunque", conclude Dagospia. Una teoria che, probabilmente, ha più di un fondo di verità.

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