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Giorgia Meloni, pronto un "Super G" per la leader FdI: la prova interna che deve superare

Gianluca Mazzini
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Giorgia Meloni è una donna sportiva: fa palestra e va di corsa. Sarebbe una buona cosa se fosse anche appassionata di sci perché deve affrontare uno slalom gigante, anzi un super G, con molti ostacoli politici. Delle sfide che attendono la leader della destra, prima e dopo il 25 settembre, ne abbiamo parlato con lo storico Gianfranco Peroncini in libreria con: "Ucraina: la dottrina Brzezinski" (Byoblu edizioni) sulle cause remote della guerra in corso che risalgono alle tesi geopolitiche espresse nero su bianco dall'ex Segretario di Stato che mirava ad espellere la Russia dal continente europeo. «Una guerra che l'Europa, se fosse un'istituzione seria, avrebbe dovuto impedire sul nascere a tutti i costi, whatever it takes..., e che oggi invece ci impone il taglio del 15% dell'energia affossando drammaticamente la nostra economia», spiega Peroncini.

 

 

Il conflitto, dopo cinque mesi, non pare al centro della campagna elettorale. «Guerra e obbligo vaccinale sono i due argomenti topici che hanno caratterizzato il dibattito politico italiano negli ultimi mesi. Su questi temi, del resto e a prescindere dal merito su cui ognuno può esprimere il suo parere, Fratelli d'Italia si è allineata a Draghi e sono argomenti sui quali la Meloni non può essere attaccata. Lei e il suo partito stanno già fronteggiando l'ampiamente previsto sabba antifascista. La sinistra, ignara del fatto che vent'anni fa non è cambiato solo un secolo ma un intero millennio, punta tutto sull'antifascismo come unica arma rimasta a disposizione avendo abbandonato la difesa del lavoro e dei diritti sociali per allinearsi al mainstream liberale. Lo schema Le Pen in Francia è l'ideale per la sinistra. Cioè la costruzione di un nemico perfetto contro cui scatenare l'arsenale dello shitstorm mediatico. Per Letta e compagni il problema è che in Italia non c'è un Macron a disposizione su cui convogliare i voti e far muro. Questa mancanza renderà ancor più violento il crescendo di attacchi contro la Meloni e il suo partito che spazierà dal gossip alle inchieste giudiziarie».

 

 

Secondo Peroncini, oltre alla competizione con gli alleati, la Meloni deve confrontare due delicate sfide interne: «La crescita improvvisa e tumultuosa del suo partito non le ha permesso di far maturare una classe dirigente e il passaggio dall'opposizione al governo non è uno scherzo». Una Meloni al governo potrebbe essere costretta a reclutare forze esterne non legate all'opposizione e questa non è una garanzia. «Fratelli d'Italia beneficia della scelta, coraggiosa e intelligente, di essere rimasta l'unica forza politica a battersi contro i fallimenti del governo Draghi. L'esasperazione della gente porterà milioni di voti ma al momento si tratterebbe più di un successo di immagine che di sostanza come insegna, al di là del giudizio di merito, l'allineamento al governo su guerra e pandemia». Solo se Giorgia Meloni riuscirà a resistere agli attacchi esterni e alle fragilità interne potrà sottrarsi al destino di divenire l'ennesima parabola meteorica della vita politica italiana. 

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