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Giampiero Mughini, la profezia sul voto: "Il centrodestra vince. Ma a Palazzo Chigi..."

Francesco Specchia
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«Spiegami perché Renzi ora è un infetto...». Già, perché? Occhiali catarifrangenti, sorriso triste, parole come ali di farfalla, Giampiero Mughini è in modalità politica. Con la sensazione che i liberali siano koala in estinzione, il nostro intellettuale percorre la via accidentata delle urne, partendo dall'utopia del "grande centro".

 

 

 

Caro Mughini, sull'Huffington Post, hai scritto recentemente un editoriale in cui dichiari, da liberale deluso da Calenda, un'intenzione di voto per Renzi (che ha rifiutato le avance di Berlusconi). Subito dopo, però, Calenda deve averti ascoltato. E dall'Annunziata su Raitre ha dichiarato di mollare il Pd. E quindi?
«Quindi, a questo punto, è molto probabile che Calenda si allei con Renzi in questo grande terzo polo riformista e liberale, di cui la nostra democrazia ha bisogno come dell'aria. Se saranno in combutta, io li voterò, Renzi e Calenda assieme: l'esperimento si prospetta molto interessante. Era la mia scelta iniziale. Solo che Carlo, fino a 24 ore fa aveva avuto una casa accogliente, il Pd, che ha pregiato molto il suo potenziale 6 per cento o poco più. Ora torniamo alla casella di partenza. Il mio voto vada ai due, un voto di testimonianza e di verità».

Anche perché - dicevano i liberali veri che lo vedevano homo novus - come poteva stare Calenda in coalizione con Fratoianni che la pensa l'opposto da lui su tutto, dai rigassificatori in su?
«Fratoianni è una piccola scheggia di una coalizione, e non più che questo. Se lo può sognare di condizionarla oltremodo. Guarda. Ho molta stima di Calenda, ma mi piace anche correre in soccorso di Renzi che in questo momento sta diventando il lebbroso della politica italiana e non capisco perché. Ha un cattivo carattere, nei rapporti personali è spigoloso e talvolta spocchioso? Di certo, ma se è per questo anche Charles De Gaulle aveva un cattivo carattere e con tutto questo ha fatto la storia della Francia. Correndo da solo temevo che Renzi rischiasse di restare fuori dal Parlamento. Con Calenda trova buona sponda (il loro polo sarebbe stimato al 12%, ndr)».

Non eri un sostenitore di Draghi?
«Appunto. Renzi è quello che s' è messo sulle spalle Mario Draghi e lo ha donato alla pasticciatissima politica italiana. Draghi capo del governo ha rivalutato il nostro paese agli occhi dell'Europa tutta e tenendo presente che oggi noi abbiamo una classe politica che nella sua media vale quella del Pakistan, non credo di più. Pochi giorni fa ne parlavo con la mia compagna. Nella politica dei partiti della Prima Repubblica c'erano tipini quali Giulio Andreotti, Bettino Craxi, Ugo La Malfa, Giacomo Mancini, gente che quando passavano l'aria si metteva da parte in segno di ossequio».

Invece il Movimento 5 Stelle Draghi non l'ha affatto ossequiato. Anzi, con Lega e Forza Italia l'ha abbattuto come un tordo. All'estero dicono che quest' instabilità non giovi, specie in vista di un autunno dell'economia caldissimo.
«Quando guardo al prossimo autunno mi metto le mani nei capelli, soprattutto pensando all'incubo del nostro gigantesco debito pubblico. Per questo non mi capacito di come sia stato possibile privarsi di Draghi che era il nostro scudo in Europa. Per questo ti prego di non parlarmi dei 5 Stelle. Se mi parli dei 5 Stelle io mi addormento, se dici "Conte" entro in trance. Mi stupiscono quelli del Fatto Quotidiano che sono riusciti a trasformare, ogni giorno Conte in un eroe. Ai miei tempi come eroe io avevo Humphrey Bogart».

Se tanto mi dà tanto, se ti dico "Di Battista", che succede? Ti viene l'herpes zoster?
«Ecco, su Di Battista io crollo. C'è qualcosa di grottesco in quel suo giocare a fare il Che Guevara in giro per il mondo. E ne parla uno che di fanatici che ne ha conosciuti tanti, a cominciare da quelli che formarono le Brigate Rosse e quelli che uccisero il commissario Calabresi. No. Poi, sui grillini, c'è la regola del doppio mandato, una delle porcate più grandi della storia politica repubblicana. Se ci fosse stata quella regola nell'Inghilterra negli anni Trenta, i tedeschi non si sarebbero trovati di fronte Churchill nel 1940. I 5Stelle non sono nati altro che da un vaffanculo di Grillo in una piazza di Bologna, e la cosa atterrisce. La più parte di loro non sapevano niente di niente in nessun campo. Io non ho mai conosciuto uno che li avesse votati, o meglio sì: una giovane avvocatessa che mi confessò di avere votato 5 Stelle perché s' era litigata con il fidanzato».

 

 

 

Beh. Dei pentastellati si diceva non li votasse nessuno, come Berlusconi e la Dc. Però, ai bei tempi, i loro bei voti li presero.
«Ti prego, non essere sacrilego. Non citare a vanvera il più grande partito della ricostruzione democratica del dopoguerra. La Dc era un partito che ne teneva insieme cinque. Ho assistito a formidabili congressi Dc dove prendevano la parola Pomicino, De Mita, Scotti, Ora i partiti non esistono più, c'è qualche politico che sbraita in tv o va sui social alla ricerca di un "Mi piace"».

Non trovi si prospetti una campagna elettorale feroce, fatta più che di programmi di attacchi spietati all'avversario?
«Sarà una campagna elettorale molto feroce. Siamo in agosto, e la sua parte volgare. Ti dirò, francamente, non provo tutto questo grande interesse per la politica dei partiti, mi prendono più i libri, i film e le donne».

È perché tu sei un intellettuale. Ma, peri protagonisti della politica, assalti all'arma bianca del genere non giovano. Meloni, per dire, massacrata perla solita storia del fascismo, non dovrebbe spazientirsi?
«Guarda, è saltata l'antinomia fondante destra/sinistra. Anche se ammetto che la Meloni è una di destra che sta cercando di scrostarsi di dossi dei rimasugli ideologici. Definirla "fascista" è da assoluti imbecilli. Fascisti erano Farinacci, Balbo e Mussolini che comunque, nel bene e nel male era uno dei talenti migliori della sua generazione. Non per nulla Hitler lo riteneva il suo maestro. Il fascismo è una cosa drammaticamente seria, altro che. Meloni è una che ragiona, come nel suo partito Guido Crosetto o Ignazio La Russa. Molti le rimproverano d'incorporare CasaPound; CasaPound quanto vale 2000-2500 voti?».

Dopo Meloni, Salvini. Si è già buttato sulle tasse, sul lavoro e, a Lampedusa, sull'immigrazione clandestina. Può tornare a fare il Ministro degli Interni?
«Lo ha già fatto. C'è da aspettarsi che cavalcherà alla grande il tema dell'immigrazione selvaggia, laddove la buona parte degli immigrati è perfettamente integrata nella società. La mia colf filippina è una bravissima persona e mi è indispensabile. Certo, se poi parliamo delle ammucchiate di Lampedusa, be', è un altro discorso».

Governerà il centrodestra, come insistono i pronostici?
«Vuoi che il centrodestra non raggiunga almeno il 40%?
Che Berlusconi e Salvini, per quanto impalliditi non prendano il 6/7% e l'11/12%, con la Meloni che galoppa? Dai. Anche se non credo che Giorgia, vincendo le elezioni, farà la premier. Magari, come suggerisce Franco Cardini, ci pensa e chiede a Tremonti di farsi avanti a Palazzo Chigi. Non so».

Tu sei stato un astensionista. Soltanto Josè Saramago nel Saggio sulla lucidità descriveva gli astensionisti come essenziali contro il formarsi di governi dannosi. Perché da noi sono visti come protestatori silenziosi e inutili?
«Gli astensionisti non sono tutti uguali, non mi sentirei di condannarli. Tra loro c'è chi sgobba tutto il giorno, paga le tasse e sa che la politica non gli ha mai dato nulla nella vita.
Io stesso ne ho ottenuto meno di zero. E, guarda, se non mi ricordassi che per il voto democratico c'è stata una guerra civile, be', non voterei. Invece ora ci riprovo. Trovo antiestetico che in politica -a differenza che nel calcio, dove un Dybala è innegabilmente un Dybalasi emerga pure privi di talento, creatività, solidità del passato».

Torni a parlare di estetica dal Muggenheim, il tuo Guggenheim personale. Epperò, in televisione, da trent' anni partecipi a talk show spesso sbracati. Non ti sei stufato di tutto questo cicaleccio?
«È una buona domanda. Ma, dato che la gloriosa stagione dei giornali su cui scrivevo e di cui vivevo è finita, trovami tu un altro modo per pagare le bollette. Eppoi, se permetti, essendo io fuori dai social, almeno la tv, mi permette di informare gli altri che sono ancora vivo...».

 

 

 

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