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Giuseppe Conte capolista 5Stelle ovunque. Lo scivolone sulla Meloni: "Va a Washington a prendere ordini"

mercoledì 10 agosto 2022

2' di lettura

Si presenteranno soli agli elettori il 25 settembre con Giuseppe Conte capolista in più colleghi: è questa la strategia elettorale del Movimento Cinque Stelle che dopo aver dato il colpo di grazia al governo di Mario Draghi rischia di scomparire dalla scena politica prosciugato dal numero ridotto di parlamentari che loro stessi hanno fortemente voluto e dai transfughi nel partito di Di Maio. "Io ci devo mettere la faccia per primo e garantire che le persone che porteremo in Parlamento rappresentino principi e valori del Movimento Cinquestelle", ha puntualizzato il leader intervistato da Radio24.

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Valori che condivideva, un tempo, anche Alessandro Di Battista che ieri ha "asfaltato" il movimento di Grillo salvando solo l'avvocato del popolo.  Con Di Battista "ci siamo parlati molto francamente e su alcune questioni politiche e internazionali non siamo d'accordo. Io ho spiegato che il M5s è un movimento strutturato e c'è una linea politica, se non la condividi non puoi stare dentro al Movimento. Le questioni personali poi le lascio a lui", ha rivelato Conte a Radio24.  "Il fatto che alcuni compagni di strada ci abbiano lasciato dimostra la forza del M5s, se cambi idea sei costretto ad andare via perché i nostri principi non sono negoziabili. Chi vuole fare il terzo mandato non può rimanere da noi, saremo ancora più vigili da ora. Ci servono persone che hanno competenza e passione". 

Conte ne ha anche per Giorgia Meloni, rea a suo dire di volare negli Stati Uniti a farsi "istruire". Lui che vede la pagliuzza nell'occhio dell'avversario e non la trave nel suo, dice: "Non prendo ordini da Washington. Sono l'unico leader politico che non va a prendere ordini. Sono leale con tutti i nostri alleati, ma difendo gli interessi nazionali in modo vero, non faccio come Meloni che va a Washington a raccomandarsi per cercare di governare e poi parla di interesse nazionale. Do per scontato che non siamo un Paese a governabilità limitata". Ha già dimenticato la Cina?

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