Promessa impossibile

Pd, la balla da 25 miliardi: Enrico Letta smascherato, come vuole raccattare voti

Sandro Iacometti

Il price cap per il gas, il completamento del Pnrr, la collocazione internazionale dell'Italia, lo scudo sullo spread? Macché. La caduta di Mario Draghi ci ha fatto perdere un mese in più di stipendio. Parola di Enrico Letta. Messa così certo viene un po' di rabbia verso quella banderuola di Giuseppe Conte e quei mascalzoni di Forza Italia e Lega, che si sono rifiutati di rientrare in maggioranza coi Cinquestelle. Con l'inflazione alle stelle e il caro bollette, una bella tredicesima aggiuntiva avrebbe fatto comodo a tutti. Ma siamo proprio sicuri che stava per arrivare? Il segretario del Pd non ha dubbi. «Esattamente un mese fa», ha spiegato, «quando Conte, Berlusconi e Salvini facevano cadere il governo Draghi, stavamo per realizzare una promessa: una mensilità di stipendio in più contro il carovita. Per tornare al voto l'hanno impedito».

La ricostruzione dem torna poco al leader M5S, che a stretto giro ha replicato: «Caro Enrico, possiamo anche illuderci che con Draghi sarà tre volte Natale e festa tutto l'anno. Esci dalla nostalgia, la realtà dell'agenda Draghi sono sei euro in più al mese per i lavoratori a più basso reddito. Due colazioni al bar». In effetti, l'unico taglio del cuneo fiscale che era sul tavolo un mese fa era quello del decreto aiuti bis, che è stato poi approvato anche con il premier dimissionario. Una decontribuzione che secondo i calcoli della Uil, per i lavoratori sotto i 35mila euro l'anno, vale sei euro in più al mese, come ha detto Conte.

 

 

CONFINDUSTRIA - D'altra parte, secondo chi, come Confindustria, la mensilità in più la chiedeva davvero a gran voce, fin dallo scorso aprile, per mettere in tasca ai lavoratori con redditi fino a 35mila euro 1.223 euro (circa una mensilità) sarebbero serviti almeno 16 miliardi, praticamente il valore dell'intero decreto varato dal governo a inizio agosto.

Insomma, i soldi per fare ciò che dice Letta non c'erano. Ma niente paura, perché la proposta, ha assicurato il segretario del Pd, «è nel nostro programma». E qui ha ragione. A pagina 18 del programma dem si legge: «Vogliamo aumentare gli stipendi netti fino a una mensilità in più, con l'introduzione progressiva di una franchigia da 1.000 euro sui contributi Inps a carico dei lavoratori dipendenti e assimilati (a invarianza di computo ai fini pensionistici), destinando a tale scopo il recupero di evasione fiscale fissato come obiettivo dal Pnrr entro il 2024». Insomma, se votate Pd è fatta. Preparatevi ad aprire il portafogli. Speravate nella flat tax, nelle pensioni a mille euro o nella pace fiscale? Tutto ciarpame. Proposte costosissime e irrealizzabili che rischiano, spiegano dal Nazareno, di mandare a ramengo l'equilbrio dei conti pubblici.

 

 

EVASIONE FISCALE - E allora proviamo a fare due calcoli sulla "quattordicesima" promessa da Letta. I soldi, sembra di capire, saranno prelevati dall'Inps senza creare buchi contributivi. A riempire il vuoto ci penserà la più classica delle coperture fasulle: la lotta all'evasione fiscale. Ammesso che per una volta si riesca a raggiungere il traguardo, il target previsto dal Recovery Plan italiano, come spiega l'economista Mario Seminerio, «prevede (entro il 2024) una riduzione del tax gap (differenza tra il dovuto teorico e il pagato) equivalente a 12 miliardi di euro».

Insomma, i conti già non tornano. I quattrini previsti arriveranno tra due anni. Ma non è tutto. Abbiamo visto che l'ipotesi di Confindustria costava 16 miliardi e riguardava una platea ristretta. Secondo Seminerio se vogliamo calcolare 1.000 per circa 19-20 milioni di lavoratori dipendenti il conto salirebbe almeno a 19 miliardi. Risorse strutturali, non una tantum. Una volta riusciti a fare quello che nessun governo è mai riuscito a fare, ovvero riuscire a recuperare circa 20 miliardi in più di gettito dalle tasche degli evasori, ci sarebbe un altro problemino: i lavoratori autonomi. Vogliamo lasciarli a bocca asciutta? A questo punto facciamo 25 miliardi e non se ne parli più. O ci accontentiamo della flat tax?