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Meloni, "Cingolani consigliere per 2 mesi": Pichetto Fratin spodestato

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"Vedremo insieme cosa fare". Contrordine: Roberto Cingolani, ministro uscente della Transizione ecologica nel governo di Mario Draghi, resta a disposizione della neo-premier Giorgia Meloni. "C’è un sacco di roba da vedere - spiega il diretto interessato in una intervista a la Stampa -. L’idea, che era già stata discussa informalmente, è quella di chiudere tutti i dossier che sono ancora aperti, tutte le questioni più urgenti a partire dal price cap e dai rigassificatori. Si tratta di una tale mole di problemi e di argomenti che chiunque venisse al ministero impiegherebbe uno/due mesi per prendere tutto in mano e capire. In questo modo, invece, posso garantire una continuità immediata".

 

 


Cingolani, dunque, passerà le consegne in maniera graduale al successore Gilberto Pichetto Fratin, di Forza Italia. "Non sono nemmeno pagato, lo faccio per spirito di servizio. Sarà un incarico a tempo per dare modo al nuovo ministro di prendere in mano tutto", ha precisato. "Ci siamo già parlati quattro o cinque volte e con lui ho degli ottimi rapporti: gli passo le consegne e ci mettiamo d’accordo su quello che può essere utile. Fermo restando poi che il presidente del Consiglio ti può chiedere quello che vuole quando vuole", ha sottolineato ancora Cingolani. 

 

 


Una collaborazione, quella tra l'ex ministro e il nuovo governo di centrodestra, di cui si vociferava da settimane ma sempre smentita, anche fino a pochi giorni fa, dallo stesso Cingolani. E mentre da Pd e Movimento 5 Stelle arrivano i primi velenosi commenti, è Carlo Calenda, leader di Azione e del Terzo Polo, a schivare le polemiche: "Cingolani fa benissimo a dare una mano e Meloni ha fatto altrettanto bene a chiederglielo. In una democrazia matura nessuno si sognerebbe di fare una polemica su questo". 

 

 

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