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Valditara? La figuraccia degli studenti in piazza: cosa non sanno

Alessandro Gonzato
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Gli studenti protestano contro il governo e peccato che non sappiano nemmeno chi siano i ministri. Il popolo del Fridays for Future scende in piazza per il futuro ma ignora perfino il presente. Figuriamoci il passato. Urlano, gli italici "gretini". Accusano i politici di aver distrutto l'Ambiente, ma alla domanda «Chi è il ministro dell'Ambiente?» uno su tre risponde «Boh», e poco conta se Gilberto Pichetto Fratin s' è insediato ormai da un mese: primo perché un mese è abbastanza per informarsi; secondo perché se protesti, e di proteste ce ne sono tutte le settimane, almeno devi sapere con chi te la stai prendendo.

I giovani di sinistra si eccitano quando c'è da blaterare di politiche migratorie, si scagliano contro le "idee disumane" della Meloni...
«Ma Piantedosi chi»? Il cognome del ministro dell'Interno gli è sconosciuto. Figuriamoci il curriculum, sebbene sia importante. Eppure l'ex prefetto di Roma è uno dei ministri più nominati e attaccati dalla "generazione Z". Ma sì: l'importante è saltare interrogazioni e verifiche. Fare casino. Dal sondaggio di Skuola.net, 2.500 interviste a ragazzi e ragazze sotto i trent' anni, si evince che la stragrande maggioranza dei giovani contestatori non ha la minima idea di chi sta contestando.

 


 

CHE CONFUSIONE - Se c'è da protestare contro l'istruzione sono tutti in prima linea, i kompagni-studenti con lo smartwatch, e chissenefrega se appena il 42% sa chi è il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara: 1 su 5 pensa che sia Anna Maria Bernini, che invece è ministro dell'Università, ma Bernini fa rima con Gelmini che dell'Istruzione e dell'Università era ministro 10 anni fa, quando parte dei contestatori all'Università era già iscritta, e si capiscono tante cose.

Per giorni i giovani oppositori hanno attaccato sui social e non solo il presidente della Camera Lorenzo Fontana, e 6 su 10 non hanno idea di chi sia, Lorenzo Fontana. «Ancora una volta», dice il direttore di Skuola.net, Daniele Grassucci, «nonostante il clamore mediatico che ha circondato la campagna elettorale, dobbiamo constatare un certo distacco tra le giovani generazioni e la politica. Finché il dibattito si rivolge direttamente a loro e usa il loro linguaggio, riesce a intercettare l'interesse. Ma la politica delle istituzioni», aggiunge Grassucci, «appare ancora qualcosa di diverso e astratto per i giovani, che non va a incidere sulla loro quotidianità: è necessario cambiare, per renderli consapevoli».

 

 

LA MANIFESTAZIONE - Quindi buona parte di loro protesta inconsapevolmente, e forse non serviva un sondaggio. Quel "fascistaccio" di Ignazio La Russa è ignoto a più di un ragazzo su due, ma è chiaro che «uno così non può essere la seconda carica dello Stato».
È forte la preoccupazione tra la "generazione Z" per il programma del premier di Fratelli d'Italia: per la metà degli intervistati (49%) potrebbe aprire a derive pericolose. A un'altra domanda il 34% ha risposto che intravede segnali inquietanti, ma per ora, invero, le cose inquietanti sono altre. Venerdì (sempre il fine settimana, ovvio) è in programma lo sciopero nazionale degli studenti per chiedere «una legge sul diritto allo studio», «una riforma della rappresentanza e dello statuto dei diritti», per scuole «più inclusive». Un'istruzione che sia «transfemminista» ed «ecologista». Molti manifesteranno da Nord a Sud per un'istruzione con lo schwa, la lettera inclusiva che mette insieme maschi e femmine di cui è paladina la scrittrice di sinistra Michela Murgia. Priorità. Battaglie. Ma almeno conoscere nomi e ruoli dei "nemici"... 

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