Identità

Meloni, ideologia gender? Anche Arcilesbica sta con la premier

Elisa Calessi

A una donna che sta per abortire «direi di provare a darsi una possibilità, che non è sola». Maschile e femminile? «Sono radicati nei corpi». L’ideologia gender, che nega la differenza biologica, sostituendola con la percezione di sé, slegata da ogni dato fisico, «andrà a discapito innanzitutto delle donne». Una donna fin dove può arrivare? Può tutto, se ci crede. In occasione dell’8 marzo, Festa della donna, Giorgia Meloni, in una intervista al settimanale Grazia, affronta molti temi riguardanti il femminile. Dall’aborto alla teoria gender, dall’affermazione delle donne nei ruoli di potere alla sua nuova avversaria, anche lei donna, Elly Schlein, neo-segretaria del Pd.

E il premier incassa subito i complimenti di Arcilesbica: «Sono d’accordo con la Meloni sul fatto che dare la possibilità ad un uomo di dichiararsi donna, al di là di qualsiasi percorso chirurgico, farmacologico e amministrativo, danneggi le donne» dice la presidente Cristina Gramolini. «Concordo con il fatto che non si può saltare il corpo sessuato, cioè non si è donna essendo di sesso maschile per la sola autodichiarazione, questo nuocerebbe alla realtà e alle donne, ad esempio negli sport femminili o nelle politiche di pari opportunità». L’intervista di Meloni comincia dall’aborto, partendo dalla stessa storia della premier. La madre di Meloni, infatti, quando era in attesa di lei, era già separata dal marito e avrebbe potuto fare questa scelta. La giornalista le chiede cosa direbbe, lei, a una donna che vuole abortire. Lei risponde: «Di darsi una possibilità, che lo Stato le darà gli strumenti necessari per non negare a se stessa la gioia di crescere suo figlio, di metterlo al mondo nelle migliori condizioni possibili».

IL GENERE CHE C’È
Si passa, poi, alla teoria gender, che predica la “fluidità” sessuale, per cui l’essere uomo o donna dipende dalla percezione individuale che ciascuno ha di sé, slegata da ogni fattore biologico. «Oggi», dice Meloni, «si rivendica il diritto unilaterale di proclamarsi donna o uomo al di là di qualsiasi percorso, chirurgico, farmacologico e anche amministrativo». Mentre «maschile e femminile sono radicati nei corpi ed è un dato incontrovertibile». Tutto questo andrà a discapito delle donne? «Credo proprio di sì: oggi per essere donna, si pretende che basti proclamarsi tale, nel frattempo si lavora a cancellarne il corpo, l’essenza, la differenza. Le donne sono le prime vittime dell’ideologia gender. La pensano così anche molte femministe». Affronta, poi, il tema dei bambini e delle famiglie cosiddette “arcobaleno”. «I bambini hanno il diritto di avere il massimo: una mamma e un papà».

Meloni parte dalla sua storia, di bambina cresciuta senza un padre: «Ho avuto la fortuna di avere una madre e una famiglia che non mi hanno mai fatto mancare nulla, ma non posso dire che l’assenza di mio padre non abbia pesato nella vita. L’ho capito pienamente quando lui è morto, e mi sono resa conto della profondità della sofferenza che il suo vuoto aveva creato in me». Si affronta, poi, il tema dell’utero in affitto. È lecito che una donna ceda il proprio corpo per la gravidanza di altri? «È la legge italiana a dire che questa pratica non è lecita, non io. Non credo che commercializzare il corpo femminile e trasformare la maternità in un business possano essere considerate delle conquiste di civiltà. L’utero in affitto è la schiavitù del terzo millennio». Infine, non poteva mancare una domanda su Elly Schlein, nuova leader del Pd.

DUE DONNE AL VERTICE
Può essere un esempio per tante donne che ancora hanno paura di desiderare, di chiedere, di imporsi? Meloni come ce l'ha fatta ad arrivare dove è arrivata? «Ritengo da sempre che le donne abbiano una grande forza autonoma che vada liberata dai mille ostacoli che la ingabbiano ma anche dai tabù di cui spesso le stesse donne rimangono vittime. Non credono di potercela fare a competere con gli uomini e finiscono per competere tra loro stesse, convinte che ci sia un livello più basso nel quale relegare le proprie competenze. Ma se si crede in se stesse, e si lavora duro, ogni obiettivo si può raggiungere. Non ci sono limiti».