Tra Camera e Senato

Meloni, "crisi di governo"? Calenda smascherato dalla Lega

"Il governo è già in crisi". Carlo Calenda ne è sicuro e - dice - ne ha le prove: "La Lega assente dai banchi del Governo. L'intervento di ieri in Senato del capogruppo contro la linea della Meloni sull'Ucraina. Questo esecutivo è già in crisi. Per le ragioni sbagliate". Il riferimento del leader di Azione e Terzo Polo è alle parole di Massimiliano Romeo al Senato, che ha smarcato il Carroccio sulla guerra in Ucraina ricordando la necessità di una trattativa con la Russia e i rischi di una escalation militare a cui punterebbero invece Stati Uniti e Gran Bretagna anche per far desistere non solo il Cremlino, ma anche il suo alleato cinese Xi Jinping.

 

 

Il tuo browser non supporta il tag iframe

 

A gettare acqua sul fuoco, smentendo le "prove" di Calenda, però Riccardo Molinari, compagno di partito di Romeo e capogruppo leghista alla Camera. Nella assenza dei ministri della Lega durante il dibattito in Aula a Montecitorio sulle comunicazioni del premier Giorgia Melon in vista del Consiglio Ue "non c'è nulla di politico, nessun problema politico. I ministri saranno impegnati, non credo siano a casa a girarsi i pollici. Ho sentito poco fa Giorgetti ed era impegnatissimo sulle crisi bancarie. Comunque il gruppo c'è e anche il rappresentante della Lega al governo, visto che é presente in Aula Valditara".

 

 



Le posizioni di Romeo sarebbero più personali che politiche, fa notare Molinari: "Alla Camera gli interventi della Lega non vanno nella stessa direzione. Ripeto, non c'è nulla di politico...". Ma cosa aveva detto Romeo a Palazzo Madama? "Contiamo su di lei presidente Meloni. sento dire che è una tosta per una serie di motivazioni. Comprendiamo non sia facile fare delle proposte nell'ambito dell'Alleanza atlantica. Ma se è vero che stiamo combattendo per la libertà, dobbiamo essere pronti a difenderla all'occorrenza in casa nostra. Che libertà è quella che criminalizza qualsiasi idea che si discosta dal pensiero dominante? Assomiglia più a una dolce tirannia". E ancora: "Nel comunicare il voto favorevole alla risoluzione della maggioranza, esprimiamo forte preoccupazione per come stanno andando le cose sul fronte della guerra russo-ucraina. L'obiettivo della cessazione delle ostilità sembra più una dichiarazione di principio. Anzi si sente parlare costantemente di offensiva, la Polonia è pronta a inviare i caccia. Il problema non è il sostegno militare, ma una corsa ad armamenti sempre più potenti con il rischio di un incidente da cui non si possa tornare indietro".