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Renzi-pigliatutto: ecco gli altri calendiani che passano a Italia Viva

di Pietro De Leo sabato 20 maggio 2023

2' di lettura

Ormai è un assedio condotto a suon di travasi. E le figure che componevano quella che fu la cabina di comando cittadina di Azione a Roma, da cui presentarono le dimissioni qualche mese fa, passano con Italia Viva. «Come dirigenti e componenti della ex segreteria di Azione abbiamo deciso di lasciare il partito per aderire convintamente al progetto di costruzione del Terzo Polo con Italia Viva. Non si tratta di scippo – scrivono gli artefici dell’addio in una nota- ma della nostra volontaria richiesta di adesione ad un partito, Italia Viva, che sta assumendo sempre di più il ruolo di primario interlocutore con tutti quei soggetti politici e movimenti che si riconoscono nella famiglia europea dei rifomisti, democratici e liberali e che auspichiamo si uniranno alle prossime elezioni europee sotto le insegne di Renew Europe».

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Dunque l’antologia degli addii da Azione per Italia Viva, che ha raggiunto lo zenith qualche giorno fa con il passaggio dal lido calendiano a quello renziano della deputata Naike Gruppioni e della consigliera regionale Giulia Pigoni, è il cuneo che allarga lo strappo. E che siamo di fronte ormai ad un redde rationem lo dimostra la girandola di reazioni. Il Riformista, quotidiano di cui Renzi è direttore editoriale, pubblica una pagina con la geografia degli addii da Azione, e Calenda twitta contro. Poi c’è la puntualizzazione che arriva, in serata, da “fonti” del partito dell’ex ministro dello Sviluppo, a proposito degli ex dirigenti romani, che fa una questione di forma: quel comunicato, viene detto, «è una falsità», in quanto «i firmatari non sono membri di alcun organo direttivo.

Sono le persone di riferimento dell’ex segretaria di Roma, Noemi Scopelliti, decaduta a novembre del 2022 per le dimissioni della maggioranza del direttivo romano che ha così sfiduciato la Scopelliti. Tra le ragioni, oltre a quelle politiche, proprio la creazione di una “segreteria” che non era né prevista né consentita dalle regole. Insomma –proseguono- non sono dirigenti. Erano membri di una segreteria posticcia e sono stati sfiduciati». Un rompicapo in punta di regolamento in mezzo al fragore delle liti. In cui assume i contorni di un espediente tattico quanto emerso ieri durante la riunione dei parlamentari di Italia Viva: in vista del summit della settimana prossima tra tutti gli eletti del Terzo Polo, i renziani auspicano che i gruppi rimangano uniti e che addirittura si prosegua il lavoro per la lista unica alle europee. 

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