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Daniela Santanchè, sfiducia al Senato il 26 luglio: la data dell'agguato

martedì 18 luglio 2023

2' di lettura

Il 26 luglio il Senato discuterà la mozione di sfiducia nei confronti di Daniela Santanchè. Appuntamento per le 10, dopo la richiesta presentata dal gruppo del Movimento 5 Stelle. "Mi auguro che sia condivisa il più possibile", ha detto il capogruppo grillino, Stefano Patuanelli. Eppure le possibilità che la mozione passi sono ben poche. A spiegarne le ragioni la stessa Giorgia Meloni. Il premier ha detto chiaro e tondo che "un avviso di garanzia non determina in automatico le dimissioni di un ministro".

Il caso politico che riguarda il ministro del Turismo nasce dall'inchiesta giornalistica della trasmissione Report su Rai3. Nel servizio sono state chiamate in causa le attività imprenditoriali di Ki group (acquistata nel 2006 da Santanchè insieme all'ex compagno) e di Visibilia. Con l'inchiesta della procura di Milano l'esponente di Fratelli d'Italia è indagata per bancarotta e falso in bilancio nelle comunicazioni 2016-2020. "Come ha già provato a fare la ministra quando è andata al Senato, Meloni tenta di utilizzare lo storico scontro tutto italiano tra garantismo e giustizialismo per giustificare la scelta politica di tenere la ministra Santanchè nel suo ruolo", commenta Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito democratico, nell'interpellanza al governo, in Aula alla Camera, sulla ministra del Turismo.

E ancora: "Non si tratta di giustizialismo: noi chiediamo alla Santanchè di fare un passo indietro per tutelare il prestigio e il lavoro dell'istituzione che presiede, non essendo in grado, al momento, di fornire risposte chiare e inequivocabili sulle accuse di illecito sulla gestione delle sue aziende mosse direttamente dai suoi dipendenti, che ci hanno messo la faccia, attraverso un'importante trasmissione televisiva del nostro Paese. È una questione di opportunità politica, di rispetto delle istituzioni". Eppure il centrodestra in merito rimane compatto. D'altronde la diretta interessata ribadisce: "Io vado avanti e certo non è nelle mie disponibilità decidere il che fare. Però non capisco da cosa mi dovrei difendermi. Io sono prima di tutto un cittadino e non partecipo a processi mediatici e per me la verità è sempre quella dei tribunali. Ricordo che comunque, ad oggi, non ho ricevuto alcun avviso di garanzia. Ho fiducia nella giustizia, vediamo". 

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