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Dossieraggio, inchiesta illegale su Lega e Salvini: la prova del complotto?

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Un caso oscuro, inquietante. E dai contorni ancora non ben definiti. Si parla della presunta centrale di dossieraggio che proliferava nel cuore della Direzione nazionale antimafia: un punto di raccolta e fuoriuscita di notizie riservate, e illecite, su centinaia di italiani tra politici, sportivi, vip, finanzieri. Secondo quanto detto da un addetto ai lavori, sotto anonimato, si tratta di "una struttura di intelligence finanziaria non prevista da alcuna legge".

La vicenda è emersa in seguito a una denuncia di Guido Crosetto, che aveva trovato pubblicati sulla stampa alcuni compensi ricevuti da Leonardo di cui nessuno avrebbe dovuto avere notizia. Poi sono emersi, tra i molti, anche i nomi di Daniela Santanchè e Francesco Totti, giusto per farne due.

Ma ora Il Giornale dà conto di un episodio che riguarda Matteo Salvini, episodio che fece infuriare Francesco Greco, allora procuratore capo a Milano. Infatti dagli uffici della Dna, all'epoca dei fatti guidata da Federico Cafiero de Raho, è partita una relazione informativa proprio sulle attività della Lega. Affari che alla Dna proprio non dovrebbero interessare: il focus dell'organismo è su mafia e terrorismo.

 

A che titolo, dunque, indagavano sul partito di Matteo Salvini? Secondo la procura di Milano, quanto accaduto sarebbe la prova del fatto che de Raho lavorasse per cambiare i connotati della Dna, da plasmare come una sorta di superprocura. Un centro di potere inquietante, illegale, quello che potrebbe emergere in questa vicenda scoperchiata da Crosetto, il ministro della Difesa.

 

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