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Giorgia Meloni, il Pd attacca anche la madre: l'ultima bassezza

Alessandro Gonzato
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La sinistra spara (e le spara) a Giorgia Meloni perché in conferenza stampa ha ricordato un insegnamento della madre: «Mi diceva “occhi aperti e testa sulle spalle”». E cos’altro avrebbe dovuto dirle? Mah. La sinistra è in tilt, ma non da oggi. I progressisti attaccano la premier e la accusano di aver legittimato le parole del compagno Andrea Giambruno, al quale Pd e compagni vari imputano di aver colpevolizzato la ragazza vittima dello stupro di Palermo («Se vai a ballare hai tutto il diritto di ubriacarti, non ci deve essere nessun tipo di fraintendimento e nessun tipo di inciampo» ha detto Giambruno in tivù, «ma se eviti di ubriacarti e perdere i sensi magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché il lupo lo trovi»). Per la sinistra Meloni condivide la (presunta) colpevolizzazione. Per la sinistra Meloni non può difendere Giambruno, a priori. Non può dire niente che sbaglia.

 

 

 

L’ATTACCO DI ELLY

Ieri sera la segretaria dem Elly Schlein se n’è uscita così: «Ho trovato gravi le parole della premier, le ho trovate pericolose per chi ricopre un incarico istituzionale così alto. Nessuna condizione giustifica la violenza. È molto rischioso», ha continuato Schlein, «fare una graduatoria su come le donne si devono comportare». Prima era toccato al dem Marco Furfaro, su La7: «Meloni dice “però mia madre diceva che bisogna stare attenti a mettersi in determinate condizioni”, quello è inaccettabile». Perché, la mamma di Furfaro non gli diceva le stesse cose? Siamo certi di sì. Niente. Furfaro aggiunge, e sbraca: «È inaccettabile perché in questo Paese quando qualcuno viene picchiato o ammazzato nessuno si azzarda a dire che quell’uomo non doveva mettersi in una situazione di pericolo, e giustamente. Avviene solo se riguarda le donne. Sotto sotto non è che c’è la difesa dello stupro, ma c’è ancora una cultura maschilista che rispetto alle donne in particolare colpevolizza la vittima». Lo sbracamento è completo: «Meloni non doveva dire quelle cavolate».

 

 

 

Titolo del Fatto Quotidiano, la cui prima domanda durante la conferenza della premier sulla sicurezza è stata sul compagno. Ecco il titolo: «Stupri, Meloni sposa la teoria Giambruno, “Tenere occhi aperti”». Ancora Il Fatto, che prova a ironizzare: «Il “lupo” Giorgia insiste nervosa: “Non mettersi in condizione di consentire a questi animali di fare quello che vorrebbero fare”». Tocca a Repubblica: «La premier difende Giambruno: “Ragazze, testa sulle spalle perché gli stupratori esistono”». Doveva dire che non esistono? Andiamo avanti. Chiara Gribaudo ha mostrato su Twitter (che ora si chiama “X”) i galloni da vicepresidente del Pd: «Meloni condivide le parole ripugnanti dette dal suo compagno. Lo difende, gli fa da interprete, invita le donne a “non mettersi nella condizione” di farsi stuprare. Colpevolizzare la vittima è un vizio di famiglia. Imbarazzante avere una premier che la pensa così». Chissà cosa pensano della Gribaudo gli elettori del Pd. Riportiamo solo la prima risposta su “X”: «Non si vergogna? Lei ha figlie?».

Alla compagnia contro la Meloni si è unita la giornalista Selvaggia Lucarelli: «“Occhi dritti e testa sulle spalle!”. Vorrei capire perché in casa Giambruno/Meloni continuano a usare il microfono per lanciare messaggi alle potenziali vittime anziché ai potenziali aggressori (...) ma capisco che parliamo dello stesso governo che fa le barricate per impedire di apporre l’etichetta “l’alcol fa male” sulle bottiglie, figuriamoci se mette al centro il tema “alcolismo” se può mettere al centro “ingenue fanciulle che abbassano la guardia”». Perla Lucarelli se «da tv e giornali sento che se mi ubriaco purtroppo mi trasformo in una potenziale vittima e il giorno dopo mi capita me ne vergognerò moltissimo». Ma ci si può vergognare anche per altre cose. Come (ma non solo) dell’attacco della giornalista Rula Jebreal alla Meloni (era appena diventata premier) per il passato del padre, defunto. Sì: vergogna. 

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