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Augusto Barbera, le femministe sbranano anche lui

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Claudia Osmetti
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Alla fine ha dovuto precisarlo. Non che ce ne fosse bisogno (o forse proprio sì), ma Augusto Antonio Barbera, che poi è il neo presidente della Corte Costituzionale, si è sentito in dovere di chiarire: «Non mi sognerei mai di pensare che l’impazienza di reclamare un diritto possa in qualche modo avere un’accezione negativa. Al contrario, le donne hanno tutto il diritto di essere impazienti». È che impazienti, e magari un po’ affrettate, con Barbera lo sono state per 48 ore, le donne. Sui social, sui forum delle femministe dure e pure, su Instagram e su Facebook, sulle chat di Whatsapp. Reo, Barbera, di aver dichiarato, il giorno del suo insediamento alla Consulta: «Lo dico in particolare a molte donne impazienti che, nell’auspicare nuovi traguardi, non bisogna dimenticare quelli che sono stati i progressi fatti. Da quello che è stato fatto si ha la possibilità di avere ulteriori progressi, ma sapendo che la strada è importante con tempi che vanno rispettati».

Apriticielo. Il coro s’è levato unanime come all’inizio del secondo atto del Don Carlo alla Scala della settimana scorsa. «Già ci han tolto il reato di adulterio, che altro vogliamo? Manco abbiamo ringraziato per il diritto di voto del 1948. Eh. Ma siamo impazienti, noi», scrive qualcuna su internet. Oppure: «Agghiacciante».

 

O ancora, e qui che parla (anzi, scrive, in un messaggio) è una donna magistrato: «Direi che sono impaziente e un po’ allibita all’idea che il presidente della Corte parli di “tempi” da rispettare. Per cosa? Per riconoscere l’uguaglianza di cittadini e cittadine? Inconcepibile». Ecco signore, e anche signori, la reazione è un tantinello esagerata. Tra l’altro Barbera è un’insospettabile, uno che ha passato la vita a sinistra (non che il sessismo sia una prerogativa della destra, sia chiaro): bolognese, deputato del Pci prima e del Pds poi. Uno che, a essere precisi, l’aveva detto fin da subito che «tutto ciò che è stato fatto (in tema di parità di genere, ndr) non va sminuito». E comunque, da donna a donne: ragazze, l’impazienza è una virtù. Il fossilizzarsi sulla semantica e cercare a ogni costo un pretesto per ritirare fuori lo striscione (a parole) contro il patriarcato, invece, un po’ meno.

 

 

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