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Soumahoro, bella vita senza soldi: ecco quanto dichiarava (mentre si comprava casa e auto)

Alessandro Gonzato
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Il miracolato di Natale, pardon, il miracolo, si manifesta alla vigilia, quando sul sito della Camera, prima della cometa, appare la dichiarazione dei redditi di Aboubakar Soumahoro: la sintesi è che l’ivoriano, prima dell’elezione a deputato, era a reddito zero o giù di lì, e quindi se la moglie era «disoccupata e iscritta all’Inps» - come aveva detto l’onorevole nel suo mitologico video in lacrime - di cosa campava la famiglia? Spieghiamo. 

Il parlamento, in questa legislatura, si è riunito per la prima volta il 13 ottobre 2022, e per l’anno scorso il figlioccio politico della tragicomica ditta Bonelli-Fratoianni ha dichiarato al Fisco 22.115 euro: un mese da deputato ne frutta circa 10mila, Soumahoro nel 2022 ha fatto due mesi e mezzo da parlamentare, il che significa- stando al documento consegnato all’Agenzia delle entrate - che nei 10 mesi prima di entrare a Montecitorio non aveva guadagnato niente, forse spiccioli. Era ancora più squattrinato del 2021, quando di euro ne aveva dichiarati 9.150, al di sotto della soglia di povertà, anche se lui e la moglie (poi arrestata per l’indagine sulle cooperative “di famiglia”) erano riusciti comunque a strappare un mutuo da 270mila euro per la villetta romana di Casal Palocco, dove la consorte Liliane Murekatete sta scontando i domiciliari, come sua mamma che però è a Latina. Ad Alessandria invece, con l’obbligo di dimora, c’è il cognato di Soumahoro, Michel Rukundo.

 

A TUTTO GAS
Stavolta, nonostante la precedente dichiarazione da 9.150 euro, Soumahoro è riuscito a comprarsi anche la macchina, e non il vecchio polmone diesel che ha preso fuoco mentre portava Fratoianni a un comizio in Molise, il comunista fanatico del green che fa politica su auto che inquinano più dei vecchi Landini, ma non il capo della Cgil. Soumahoro, dicevamo, si è comprato una Nissan X-Trail, data di immatricolazione 28 aprile 2023, prezzo base di listino 38mila euro.

Il parlamentare ivoriano, si legge sempre nel documento depositato alla Camera, ha anche acquistato quote di fondi di investimento e aderito al fondo pensione “Il mio domani”, ma il presente è già luminoso. Se con 9mila euro dichiarati l’ex paladino della sinistra è riuscito a metter su casa, figuriamoci coi 100mila all’anno da deputato dove potrà arrivare. «Mi scusi, ma come ha vissuto finora?», gli aveva chiesto Formigli, su La7 a Piazzapulita. «Ho scritto un libro, l’accesso agli atti del mutuo è disponibile, è tutto trasparente», aveva risposto Soumahoro. «La casa l’ho comparata insieme a mia moglie». Non ne dubitiamo. Il libro, dimenticabile opera di 127 pagine, si intitola “Umanità in rivolta”, ha venduto circa 9mila copie parenti inclusi, e facendo i conti Soumahoro ne ha ricavato al massimo - ma al massimo - 10mila euro. 

 

Però visto il successo, to’, ecco che il Fabio Volo della Costa d’Avorio ha in canna un altro bestseller, tenetevi forte: “Manifesto degli invisibili”. Uscirà il 15 gennaio. Questa un’anticipazione: «Un fattorino una volta mi ha detto: “Noi non siamo rider, siamo i braccianti delle metropoli. Lavoriamo in condizioni di precarietà, prendiamo quanto i braccianti delle campagne del Foggiano”. Aveva ragione. Per questo motivo, un bracciante deve camminare gomito a gomito con i rider, con i disoccupati, con i lavoratori dipendenti e autonomi». Giusto. Moglie e suocera di Soumahoro (pura nota di cronaca) sono indagate, a vario titolo, perché nelle cooperative non venivano pagati i dipendenti immigrati; perché- sempre per l’accusa - i giovani alloggiavano in stanze fatiscenti, e ancora perché i soldi ottenuti per l’accoglienza - altra contestazione sarebbero stati sperperati dai vertici delle coop in ristoranti, vino e soggiorni in hotel. Le signore avranno comunque il modo di dimostrare la propria innocenza.

LE “ANOMALIE”
Nel frattempo Aboubakar, eletto nelle file dell’Alleanza Verdi e Sinistra e traslocato nella paranza del gruppo (fritto) Misto dopo lo scoppio dell’inchiesta sui familiari deve fare i conti con la raccolta fondi usata per la sua campagna elettorale e contestata dalla Corte d’appello di Bologna che ha riscontrato una serie di anomalie tra cui aver incassato i soldi su una carta prepagata anziché su un conto corrente; aver indicato il mandatario elettorale in ritardo (un esponente del Pd); aver presentato il rendiconto oltre i 90 giorni previsti dalla legge. Per queste contestazioni Soumahoro è stato multato di 40mila euro e potrebbe rischiare il posto da onorevole ora che alcuni componenti della giunta delle elezioni hanno chiesto al presidente di convocarlo per saperne di più. 

A novembre l’ex sindacalista della Lega Braccianti aveva dichiarato che avrebbe chiarito tutto, che erano delle cose tecniche, ma in un mese e mezzo non se n’è più saputo nulla. Striscia la Notizia poi, in questi giorni, è tornata a indagare sui 247mila euro raccolti da Soumahoro in donazioni, soldi che lui assicura di aver speso per comprare cibo per i bisognosi durante la pandemia e peri regali di Natale peri bimbi del ghetto foggiano di San Severo dove Soumahoro si era presentato vestito da Babbo Natale. Don Pupilla, il sacerdote del posto, ha fatto notare che di bambini da quelle parti ce n’erano davvero pochi. Chissà quante erano le creature. Natale è passato, ma per Soumahoro è Natale tutto l’anno.

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