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Soumahoro, un libro fantasma: il "Manifesto degli invisibili" non esiste

di Andrea Valle mercoledì 17 gennaio 2024

3' di lettura

No, che delusione! Il Paese lo aspettava, come Fantozzi Italia -Inghilterra, frittatone di cipolla e familiare di Peroni ghiacciata: un bel libro di denuncia sociale, Soumahoro un po’ Émile Zola e un po’ Charles Dickens, anche se Aboubakar non è Oliver Twist. E invece... Il “Manifesto degli invisibili” è talmente invisibile che non esiste. Cos’è il “Manifesto degli invisibili”? È, o meglio, sarebbe stata l’ultima fatica letteraria del deputato Soumahoro - un bel modo di iniziare l’anno- solo che del libro non c’è traccia. L’uscita era annunciata per il 15 gennaio, cioè ieri, ma ieri è slittata di un anno, al 19 gennaio 2025. E però sembra dubbia anche questa data perché Soumahoro il “Manifesto degli invisibili” non l’ha mai scritto. Oppure l’ha scritto, ma alla Feltrinelli Editore a cui teoricamente spettava la pubblicazione nessuno l’ha mai visto, questo trapela da più fonti dell’azienda. Risultava prenotabile online da mesi, anche in versione digitale: chi l’ha prenotato- va sottolineato - non si è visto scalare i soldi dal conto. Ma vuoi mettere lo sconforto di non poterlo leggere?

IL GIALLO

Altri tecnicismi, prima di immergerci nell’opera fantasma: pare che il titolo fosse entrato nel piano editoriale di Feltrinelli a gennaio 2022, ma niente di più. Dunque per la casa editrice si sarebbe trattato di un semplice inghippo tecnico: la prenotazione era stata inserita sul sito, diciamo come ipotesi di uscita futura, e poi non è stata rimossa. Non c’è mai stata la copertina, ma comunque c’era un estratto, il che faceva pensare che Soumahoro si fosse messo di buzzo buono al computer, di notte, abat-jour, caffè e nuvolette di fumo. Chissà se l’onorevole qualche pagina l’ha buttata giù, privatamente. In ogni caso eccolo, l’abstract: «Un fattorino una volta mi ha detto: “Noi non siamo rider, siamo i braccianti delle metropoli. Lavoriamo in condizioni di precarietà, prendiamo quanto i braccianti delle campagne del Foggiano”. Aveva ragione», dice Soumahoro. «Per questo motivo, un bracciante deve camminare gomito a gomito con i rider, coi disoccupati, coi lavoratori dipendenti e autonomi. Ciò che i braccianti, i rider, i giornalisti a cottimo e i lavoratori precari hanno in comune è la condizione di sfruttamento e di precarietà. (...) Oggi il mondo del lavoro è il teatro di una compressione drastica dei diritti e degli spazi di libertà. Abbiamo l’illusione di essere in un mare aperto nel quale siamo liberi di muoverci, e invece la nostra libertà è compressa, mentre il lavoro non garantisce condizioni di vita dignitose». Parole come pietre.

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Nel frattempo moglie e suocera di Soumahoro sono finite agli arresti domiciliari per l’indagine sulle cooperative “di famiglia”, immigrati lasciati al freddo e con cibo scadente, queste parte delle accuse. Altre riguardano i soldi destinati all’accoglienza che i vertici delle cooperative avrebbero invece speso in cene, viaggie acquisti in botteghe di lusso. Ma sarà la giustizia ad accertare i fatti. Torniamo al libro. Anzi, ai libri. Con l’“Umanità in rivolta” (uscito ad aprile 2019) Soumahoro si è mantenuto, o comunque ha detto così a “Piazzapulita”, su La7, intervistato da Corrado Formigli. Lo ha detto nella stessa puntata in cui ha invocato il diritto all’eleganza per la moglie: erano spuntate foto della signora con abiti griffati, ed era appena scoppiato il caso degli immigrati delle cooperative.

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L’INCASSO

L’“Umanità in rivolta” ha venduto circa 9mila copie, e ipotizzando che all’autore sia stato corrisposto il 10 per cento a copia, quindi 13 euro, il deputato portato in parlamento da Bonelli e Fratoianni ne avrebbe guadagnati 10mila, il che rende difficile - è oggettivo - capire come abbia ottenuto un mutuo da 250mila per la villetta di Casalpalocco, il quartiere dove abitano diversi calciatori della Roma. Oltretutto la moglie di Soumahoro, lo ha detto sempre lui, ai tempi dell’intervista non lavorava. Ora che l’onorevole ivoriano del gruppo (fritto) Misto ha ottenuto lo scranno a Montecitorio non ha più bisogno della scrittura per vivere. Con 100mila euro all’anno può permettersi anche lui il diritto all’eleganza. Anche Soumahoro, per Bonelli e Fratoianni, è diventato un invisibile dopo lo scoppio dell’inchiesta sui familiari: e dire che il verde “Angelo”, cuore ingrato, si era anche commosso mentre ne presentava la candidatura in parlamento. Ma questo è un altro capitolo.

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