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Autonomia, sì al Senato: dallo Stato alle regioni, ecco che cosa cambierà

martedì 23 gennaio 2024

Roberto Calderoli

2' di lettura

Via libera del Senato al ddl Calderoli sull'autonomia differenziata che ora passerà al vaglio della Camera. Si tratta di una delle riforme di programma del governo di Giorgia Meloni.

La legge, che è stata messa a punto dal ministro leghista per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, vuole dare attuazione a quanto previsto dal terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione ai sensi del quale - sulla base di intesa fra lo Stato e la regione interessata - possono essere attribuite alle regioni a statuto ordinario, che ne facciano richiesta, forme e condizioni particolari di autonomia in 23 materie. Si va quindi dalla salute all'istruzione, dallo sport all'ambiente, dai trasporti all'energia, alla cultura fino al commercio estero.

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L'autonomia differenziata prevede anche la possibilità, da parte delle stesse regioni, di trattenere il gettito fiscale legato alle erogazioni dei servizi per l’utilizzo di quelle risorse sul proprio territorio. Le funzioni autonome potranno però essere attribuite solo dopo aver determinato i cosiddetti Lep, (Livelli essenziali delle prestazioni), ovvero il livello minimo di servizi da rendere al cittadino in maniera uniforme in tutto il territorio, dalla Val d’Aosta alla Sicilia.

Inoltre, per evitare squilibri economici fra le regioni che aderiscono all'autonomia e quelle che non lo fanno, il disegno di legge pensa a misure perequative.

Per quanto riguarda i tempi la procedura per l'intesa fra Stato e regione dovrà durare almeno 5 mesi, inclusi i 60 giorni concessi alle Camere per l’esame delle richieste. Le intese potranno durare fino a 10 anni rinnovate o terminate prima, con un preavviso di almeno 12 mesi. Nel merito il ddl 615, recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione" si snoda in 11 articoli.

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Contraria alla riforma - che definisce "spacca-Italia" è tutta l'opposizione. Pd, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi e Sinistra hanno già espresso pregiudiziali di costituzionalità, preludio ai 336 emendamenti (153 del Pd, 121 dei Cinque Stelle e 50 del gruppo Misto). "L’ autonomia scritta da Calderoli, smonta il fondo perequativo e si disinteressa che ci saranno cittadini di serie A e serie B. Ha ragione Zingaretti quando dice che porta alla secessione. Dobbiamo fare una campagna in tutto il Paese per far capire ai cittadini che questa riforma va fermata", ha detto Elly Schlein a Gubbio. 

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