Scuse e dimissioni
Decaro ed Emiliano travolgono Elly Schlein: "Cosa aspetta a parlare?"
Il caso Decaro, anzi l'incredibile pasticcio Emiliano-Decaro alla fine travolge il Pd e la sua segretaria Elly Schlein, rimasta colpevolmente in silenzio in queste ore di delirio politico nel centrosinistra. Ricapitoliamo: il governatore della Puglia Michele Emiliano in mattinata ha rivelato, per assicurare la totale estraneità del sindaco di Bari ai sospetti di infiltrazione mafiosa su cui indagherà una commissione del Viminale, di aver portato un giorno l'allora assessore a casa della sorella di un boss barese. Disastro, con Decaro che poche ore dopo ha dovuto rettificare dicendo che Emiliano "ricorda male".
Nel frattempo, è già esploso il fuoco di fila contro i due esponenti del centrosinistra, non solo dalla maggioranza di governo. "Penso che Antonio Decaro sia una persona per bene e un bravo sindaco. Se devo criticarlo per una cosa è perché non ha mai rotto il cordone ombelicale con Michele Emiliano - attacca Matteo Renzi su X -. Il mio giudizio su Emiliano infatti è radicalmente negativo. Mi dividono da lui idee, amicizie, stile. Ma soprattutto mi divide da lui il metodo con cui si fa politica. Il metodo Emiliano. Sono orgoglioso che Italia Viva sia all'opposizione di Emiliano. Perché il suo modo di fare nega tutti i valori nei quali io credo. Mai come oggi sono orgoglioso di essere stato ingiustamente insultato da lui su Tap, Ilva, Buona scuola e di essere radicalmente diverso da lui nel rapporto con la giustizia. E soprattutto con i giudici". Anche la pugliese Teresa Bellanova, dirigente di IV, definisce le parole di Emiliano "gravissime: evidenziano un metodo, il metodo Emiliano, che noi conosciamo bene. Un modello di Puglia e Mezzogiorno che non sarà mai il nostro e che abbiamo combattuto e combattiamo. Sono fiera di essere parte dell'unico partito di centrosinistra - e ribadisco, l'unico - all'opposizione del Governatore Emiliano ma anche dell'uomo Emiliano e dei suoi metodi".
La Lega chiede lo scioglimento del Comune di Bari e Claudio Borghi parla di "scena raccapricciante" raccontata dal governatore. "Altro che protestare contro l'intervento di Piantedosi: queste frasi sono intollerabili e indicano non solo che il Ministro dell'Interno ha agito in modo sacrosanto ma a quanto pare c'è molto altro e molto di peggio. Cosa aspetta la signora Schlein a chiedere le dimissioni dei suoi uomini? Ci aspettiamo una seria presa di distanza".
Alessia Ambrosi, deputata di Fratelli d'Italia, chiede le "scuse e le dimissioni" di Emiliano e Decaro, mentre Riccardo De Corato, meloniano vicepresidente della Commissione Affari costituzionali alla Camera e capogruppo in Commissione parlamentare Antimafia, bollando le parole di Emiliano come "aberranti" aggiunge il carico: "Trovo vergognoso che dal centrosinistra, da Avs e dal Movimento Cinque Stelle nessuno abbia ancora commentato le dichiarazioni del governatore della Puglia. Neppure gli esponenti del Pd in commissione Antimafia hanno rilasciato alcuna dichiarazione a riguardo. Su un fatto così grave non ci può essere ambiguità alcuna: spero che dal Partito Democratico si prendano celermente le distanze da quanto sostenuto da Emiliano". "Con la mafia non si tratta mai", chiosa il ministro leghista per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, mentre Maurizio Gasparri di Forza Italia invita Decaro a "non arrampicarsi sui vetri": "Si sente forte e chiaro il rumore delle unghie che scivolano. Dice sostanzialmente il sindaco di Bari che Emiliano ha mentito davanti ai cittadini quando ha raccontato un episodio di molti anni fa con dovizia di particolari. Decaro non ha smentito né sul palco e né subito dopo Emiliano ed ha aspettato più di ventiquattr'ore per fare una narrazione in parti diversa e in parte coincidente. Gli incontri ci sarebbero stati, ma per strada, occasionali e non con una visita domiciliare su cui Emiliano è stato molto, ma molto preciso. È ovvio che questo giochino nasce dall'imbarazzo di Decaro, che viene descritto da Emiliano come compagno di visite a casa della sorella di un boss. Di fronte alle minacce il dovere di Emiliano e di Decaro sarebbe stato quello di fare una denuncia presso la procura, non di recarsi a casa della sorella. La smentita postuma di Decaro aumenta l'imbarazzo ed il discredito per i due esponenti del Pd".