Al centro del dibattito, per ovvie ragioni, lo scandalo-voto di scambio in Puglia: le dimissioni di Anita Maurodinoia, ormai ex assessore della giunta regionale guidata da Michele Emiliano, l'imbarazzo del Pd, Giuseppe Conte che seppellisce alleanza e campo largo in vista delle comunali a Bari. Già, un grosso e spinoso caso politico.
E il tema tiene banco anche a L'aria che tira, il programma condotto da David Parenzo il mattino su La7, laddove tra gli ospiti, in collegamento, c'è Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia ed esponente di spicco di Fratelli d'Italia. A Delmastro viene chiesto un commento sulla vicenda, a partire dalle dimissioni della Maurodinoia, arrivate pochi minuti dopo la notizia dell'indagine a suo conto e dell'arresto del marito.
"La scelta di dimettersi è di natura personale - premette Delmastro -. Bisogna essere garantisti. Ma qui il quadro è allarmante, inquietante, direi putrido. 130 arresti nell'altra inchiesta, un'azienda municipalizzata sotto amministrazione giudiziaria perché asservita alle logiche del clan Parisi, 70 nuovi indagati adesso per voto di scambio, 10 arresti, indizi documentali del fatto, schedature, persone che consegnavano documenti e schede elettorali ai boss che gestivano questa roba", sottolinea l'esponente di FdI.
"Ma soprattutto - riprende - a porre la pietra tombale è quello che candidamente dice Emiliano: lì c'è un clima per il quale si chiede ai boss di fare politica, se i boss minacciano si va a casa dei boss ad affidarsi, ed è una grammatica che non posso accettare. Questa è la pietra tombale: è la sostanziale confessione di un clima politico inaccettabile. I boss si denunciano, non ci si affida ai boss", conclude Delmastro, riferendosi alla frase con cui Emiliano aveva inguaiato Antonio Decaro quando esplose la polemica per le verifiche circa la possibilità dello scioglimento del comune di Bari, di cui Decaro è sindaco, per infiltrazioni mafiose.
L'aria che tira, Delmastro sul voto di scambio in Puglia: qui il video