Cerca
Logo
Cerca
+

Michele Emiliano accerchiato, caccia alla talpa in Procura: su chi cadono i sospetti

Pietro Senaldi
  • a
  • a
  • a

«Fonti romane mi dicono che c’è un’inchiesta su di te, dimettiti o ti caccio». È il messaggio telefonico che il governatore Michele Emiliano ha inviato al suo ex assessore all’Urbanistica, Alfonso Pisicchio, intimandogli di lasciare l’incarico di commissario all’Arti, l’agenzia regionale per la tecnologia. Il presidente della Puglia lo aveva nominato per premiarlo del sostegno alla sua rielezione, che l’indagato aveva dato con la sua lista, Senso Civico, nelle votazioni del 2020, un appoggio divenuto alquanto imbarazzante, visto che su Pisicchio pendeva da un anno la richiesta di arresti per corruzione in appalti. Ma quali sono queste fonti romane, e come facevano a sapere che la Procura di Bari stava per ridare vigore a un’inchiesta dormiente da oltre tre anni? 

Senza dubbio, da ex pm della Procura di Bari, Emiliano ha buone conoscenze nella magistratura locale, come senz’altro ha contatti con la commissione antimafia, retta da un altro magistrato pugliese, Giovanni Melillo da Foggia, che però ha fatto carriera per lo più tra Napoli e Roma. Il governatore poi è solito fare la spola tra Bari e la Capitale, dove ha un sontuoso ufficio della Regione nonché svariati contatti politici, essendo da decenni tesserato del Pd, partito del quale ha anche tentato la scalata in passato, presentandosi alle primarie. I nemici politici di Emiliano, e sono tanti, non solo nella maggioranza di governo, chiedono l’apertura di un’inchiesta sugli spifferi giudiziari a beneficio del presidente, che lo veda tra gli indagati. L’interessato ufficialmente si dice disponibile a chiarire tutto. 

 

In città, e anche in Procura, la tesi delle fonti romane non è tra le più accreditate. La Gazzetta del Mezzogiorno ieri apriva con un articolo a firma Giovanni Longo e Massimiliano Scagliarini in cui si poneva seccamente il quesito di chi fosse il terzo uomo, ossia la fonte del governatore. È noto che Emiliano è in ottimi rapporti con il procuratore capo, Roberto Rossi, che però è uomo al di sopra di ogni sospetto. Il presidente è anche politicamente vicino a Michele Laforgia, attuale candidato a sindaco di Bari per la sinistra contro Fabio Romito, che corre per il centrodestra, ma soprattutto contro Vito Leccese, l’uomo che il Pd vedrebbe volentieri sulla poltrona attualmente occupata da Antonio Decaro, che da cocco di Emiliano è passato a suo rivale, giacché entrambi mirerebbero a presentarsi come candidato per il campo largo alle Regionali del 2025. Una poltrona per due. Laforgia è l’ex avvocato di Pisicchio, che nel suo studio legale ha passato le ultime ore prima dell’arresto, il pomeriggio dello scorso 10 aprile. An che questo però di per sé non significa nulla, perché Emiliano già sapeva... 

IL DUBBIO
La domanda vera da porsi è se il governatore, malgrado tutta la sua esperienza, sia ca duto in un trappolone. Lui sostiene di aver messaggiato Pi sicchio perché voleva che rimanesse prova scritta, ma questo sembra il secondo autogol del presidente nel giro di poco tempo, dopo la di chiarazione pubblica, fatta in una manifestazione anti -ma fia, di aver affidato al clan Ca priati l’incolumità di Decaro, ai tempi suo assessore comunale. La realtà è che Emilia no sembra aver perso il suo tocco magico e questo è probabilmente dovuto al fatto che sente il terreno mancar gli sotto i piedi. C’è una lotta a coltello nel Pd pugliese ed è in corso an che un cambio generazionale nella Procura di Bari. 

Il capoluogo ha sempre avuto come caratteristica lo stretto le game tra potere politico e ma gistratura. Emiliano era un pm, l’ex deputato del Pd, Gianrico Carofiglio, era un pm, l’ex onorevole del Pds Ni cola Colaianni, che è stato tra i papabili candidati alla sostituzione di Decaro, era un magistrato. La segreteria di Elly Schlein, che come prima mossa ha dichiarato guerra ai cacicchi meridionali, i signorotti che hanno fatto della Regione il loro regno, ha segnato un cambio di passo. Emiliano ha provato a barcamenarsi, puntando sui suoi buoni rapporti su un altro pugliese importante, l’avvocato Giuseppe Conte, con cui il Pd si illude di poter fare un’alleanza organica. M5S però è partito giustizialista e l’infilata di inchieste che stanno terremotando la maggioranza del governatore gli preclude l’appoggio grillino perla candidatura del 2025, che neppure la segretaria vuole concedergli. 

 

L’ATTESA DI GIUSEPPI
Se Laforgia dovesse diventare sindaco a Bari tra due mesi, a chi serve, a sinistra e in Procura, sostenere Emiliano? Ecco che allora quella fonte amica che potrebbe avergli spifferato l’arresto prossimo di Pisicchio nei fatti potrebbe rivelarsi l’assassino politico dell’ormai ingombrante governatore. Con sollievo di Conte, che tra un anno pretenderà di scegliere il candidato presidente alla Regione, e sarà difficile negarglielo visto quel che sta venendo fuori dalle inchieste. Ma anche con soddisfazione della Schlein, che potrebbe per una volta cedere senza sforzo all’alleato, contrattando qualcosa per i dem altrove. 

Quanto alla Procura, i magistrati sono indipendenti, ma sono anche splendidi cani da tartufo del potere. La maggioranza Emiliano a livello giudiziario non è più difendibile. C’è chi sostiene che il governatore vanti ancora eccellenti rapporti nelle aule dei tribunali e che questo stia rallentando quel che è destinato comunque ad accadere. Ma la sensazione in città è che anche tra i suoi ex colleghi il presidente possa aver fatto il suo tempo. Quanto al centrodestra, sta a guardare, beneficiando degli scandali. 

Certo, la richiesta al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, di inviare dei commissari governativi per fare luce sul verminaio di Bari pare una delle mosse politiche più azzeccate dalla maggioranza, perché ha scoperchiato un pentolone in ebollizione che altrimenti sarebbe rimasto tappato ancora a lungo. Però sembra chiaro che, tra le tante rogne che ha questo esecutivo, non c’è quella di avere un cattivo rapporto con la magistratura. I segnali in questo senso sono stati dati e recepiti perfettamente.

Dai blog