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FdI, il programma per le Europee: identità tricolore e stop eco-follie

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Pietro De Leo
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Fratelli d’Italia affronta le elezioni europee con un programma in quindici punti, volti a confermare il ruolo- guida all’interno della famiglia comunitaria dei conservatori, di cui Giorgia Meloni è presidente. Rivendicazione dell’identità ed evoluzione di un’Europa in senso politico sono i punti cardine delle proposte. «Fratelli d’Italia - si legge nel passaggio introduttivo- vuole difendere l’identità dei popoli e delle nazioni europee. Per noi l’Europa rappresenta il nucleo fondante dell’Occidente». L’obiettivo è quello di cambiare l’architettura di organizzazione dei poteri, verso «un’Europa confederale, che rispetti i principi di sussidiarietà e proporzionalità sanciti dai trattati istitutivi dell’Ue. Un’alleanza di nazioni sovrane, unite sui grandi temi da una politica e da un destino comuni, e libere di intervenire sulle materie più prossime alla vita dei cittadini, difendendo le specificità dei contesti nazionali».

Ancora, si legge: «Siamo convinti che l’Unione Europea debba occuparsi delle grandi questioni del nostro tempo: la politica estera, la difesa, la sicurezza dei confini esterni, la regolamentazione del fenomeno migratorio, il mercato unico e l’energia, lasciando le politiche nazionali alle competenze dei singoli Stati». L’obiettivo, dunque, è la tutela delle «differenze culturali dei singoli Stati membri » che «non possono essere cancellate in favore di un Super Stato europeo dirigista e centralista, ma sono un valore aggiunto che dà linfa ad un’europea politicamente coesa, dove non devono esistere nazioni di Serie A e di Serie B». Andando sui quindici punti, il primo è il lavoro, dove è necessario «limitare sul peso amministrativo e burocratico derivante dalle normative Ue, in particolare per le micro, piccole e medie imprese».

Queste ultime vanno sostenute concretamente, «per contrastare i crescenti costi energetici e la volatilità dei prezzi delle materie prime». Poi, altro obiettivo è «equiparare imprese e professionisti, per quanto riguarda incentivi e sostegni». In generale, la sfida allo status di “gigante normativo” dell’Ue è il filo conduttore del programma. Per quanto riguarda l’agricoltura, si coglie l’obiettivo di «rivedere la Pac rimuovendo le norme che riducono le superfici coltivabili e il reddito degli agricoltori». Altro obiettivo è il contrasto dell’«adozione obbligatoria di sistemi di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari,come il Nutriscore, che penalizzano le eccellenze italiane e la dieta mediterranea ». Nutrito anche il tema ambientale, anch’esso molto al centro del confronto politico di questi anni. In questo senso, occorre «modificare radicalmente la direttiva sulle “case green” per tutelare i proprietari di immobili ed efficiente il patrimonio edilizio in modo graduale e sostenibile, prevedendo adeguati incentivi a livello Ue».

Al paragrafo immediatamente successivo, si legge la necessità di «cancellare il blocco alla produzione di auto a motore endotermico dal 2035: rilanciare il settore automotive secondo il principio di neutralità tecnologica, investendo su tutti i carburanti alternativi e non soltanto sull’elettrico, e sviluppare la filiera dei biocarburanti tutelando le imprese dell’indotto». Quarto punto, la salute. Qui, spicca l’aumento degli «investimenti sulla sanità e la collaborazione tra Stati membri per garantire sistemi sanitari efficienti e vicini al cittadino». Altro tema chiave, poi, è quello della natalità, su cui Giorgia Meloni insiste molto nel suo messaggio politico. In questo caso si mira a «investire una significativa parte del bilancio europeo». Al punto 6 si trova anche il superamento dell’austerity, attraverso un intervento sul «Patto di Stabilità e Crescita nell’ottica di una maggiore flessibilità, tenendo conto delle esigenze finanziarie degli Stati membri ». Altro argomento qualificante la protezione dei confini europei e la lotta ai flussi irregolari, dove è perno il «contrasto alle organizzazioni criminali che gestiscono la tratta degli esseri umani». Sul piano geopolitico, poi, viene evidenziata la «priorità all’Africa, in quanto area geografica strategica per l’Unione Europea». E poi la postura in questa fase bellica. Qui, il programma sancisce: «Prevenire e risolvere ogni conflitto, per una pace giusta in Ucraina e per il perseguimento del principio “due popoli, due Stati” in Medio Oriente».

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