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FdI, militante aggredito? Il silenzio della sinistra e dei compagni

Tommaso Montesano
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Il Fuan, storica organizzazione universitaria del Msi, non esiste più dal 1996. Ma nell’Italia del 2024, dove si inneggia alla marcia dei "10mila contro Meloni" - ovvero gli studenti "tutti in piazza" a Roma "per Gaza, ma anche per diritti e salari", come da celebrazione del Fatto Quotidiano, e pazienza se ci scappa lo scontro con la polizia - avere questa sigla stampata su una maglietta basta e avanza per finire pestato in un bagno dell’autogrill.

È quello che è accaduto sabato sera, al termine di una giornata contrassegnata da tensioni non solo nella Capitale, ma anche a Milano in occasione del comizio di Matteo Salvini, al 23enne Federico Piazza, militante bolognese di Fratelli d’Italia. Roberto, insieme ad altri militanti e dirigenti locali del partito di Giorgia Meloni, stava rientrando a Bologna dopo aver partecipato alla manifestazione di piazza del Popolo. In autostrada il pullman dove viaggiava la comitiva si è fermato nell’area di sosta di Montepulciano, lungo l’A1. Elì è scattata la violenza. "Mentre stavo andando in bagno, ho intravisto un ragazzo - avrà avuto qualche anno più di me- che mi guardava storto. Io rispondo al suo sguardo e lui mi dice “c**** guardi?”. E mi tira un pugno in faccia", ha raccontato Federico all’Adn Kronos. Il colpo fa indietreggiare Federico, che sbatte la testa contro la porta del bagno. "Ma a quello non è bastato: pure quando stavo a terra mi ha tirato altri due pugni in testa".

 

"Era una furia, ha iniziato a colpirmi alla nuca e al volto. Mi tirava i pugni e mi spostava il braccio con cui tentavo di parare i colpi. È stato terribile, ho avuto davvero paura". Solo l’intervento degli amici di Federico, e dell’aggressore, ha impedito il peggio. "Quello però gridava “c**** volete, vi spacco”. Aveva gli occhi rossi, iniettati di sangue, faceva paura. Ha continuato a tirare pugni anche mentre i suoi amici tentavano di trascinarlo via", ha testimoniato Domenico Nobile, altro militante di Fdi. Un compagno dell’aggressore, nella foga, si è visto ridurre a brandelli la t-shirt che indossava: una maglietta con la scritta “Osa”, che sta per “Opposizione studentesca d’alternativa”, organizzazione giovanile di sinistra radicale. Proprio questo particolare fa dire a Federico che il movente dell’aggressione sia "politico". Su Facebook, Piazza ha ringraziato l’amico Domenico: "Se non fosse stato per il suo intervento, non saprei come sarebbe andata a finire".

Il militante di Fdi, ha riferito un’altra testimone, Marta Evangelisti, capogruppo regionale in Emilia Romagna, ha riportato "una prognosi di sette giorni, tanti lividi, lo zigomo gonfio", contusioni e tagli. La polizia stradale di Arezzo ha acquisito i filmati delle telecamere di videosorveglianza dell’autogrill per identificare l’autore del pestaggio e gli altri - forse cinque persone- che erano con lui. Il gruppo viaggiava su una Kia nera e un furgoncino. "Essere aggrediti per una maglietta non è accettabile, ma a Bologna di casi simili ce ne sono", ha denunciato Evangelisti. Il tutto nel silenzio della politica, visto che le uniche dichiarazioni di solidarietà a Federico sono arrivate da esponenti del suo partito. "A lui va la mia totale vicinanza e mi auguro sia fatta piena luce sull’accaduto. Ancora una volta assistiamo a fenomeni di intolleranza politica molto preoccupanti", ha detto Francesco Lollobrigida, ministro delle Politiche agricole. "Mi auguro che i responsabili di questo vile atto siano giustamente puniti", ha aggiunto Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro.

 

 

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