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A Roma il voto finisce in vacca e se ne fregano: il dg del Comune è in ferie...

di Edda Guerrini venerdì 14 giugno 2024

3' di lettura

La clamorosa vicenda che ha gettato nel caos i servizi elettorali della Capitale ancora non è finita. E, anzi, si arricchisce di nuovi dettagli. Intanto, a quattro giorni dalla chiusura delle urne, ancora non ci sono i risultati definitivi delle elezioni europee nella Capitale. Mancano ancora 78 sezioni, nonostante le rassicurazioni che il conteggio si sarebbe concluso a ore. Il problema, come anticipato da Libero, è che non c’entra il bug informatico, quello per cui nella notte tra domenica e lunedì non si sono riusciti a inserire i dati delle sezioni nel sistema informatico, ma il fatto che i 78 verbali in questione sono illeggibili o sbagliati.

Contengono dati incompleti o palesemente contraddittori (più voti dei votanti o con un numero di schede bianche spropositato). Per fare chiarezza, bisognerebbe riaprire le schede di quelle sezioni. Ma lo può fare solo la Corte d’Appello. Quindi queste 78 sezioni restano senza dati. A parte questo, si aggiunge un nuovo caso nel caso. Il Foglio ha rivelato che mentre nella Capitale d’Italia il sistema informatico che doveva raccogliere i dati delle sezioni saltava, decine di presidenti di seggio erano obbligati a non uscire dai seggi e, nei giorni successivi, si cercava di correre ai ripari, il vertice dell’amministrazione capitolina era in ferie. Secondo Il Foglio, che avrebbe avuto la conferma da più fonti, il direttore generale del Comune di Roma, Paolo Aielli, si trovava in vacanza sulla via Francigena, in Umbria, con la moglie, l’assessore Monica Lucarelli.

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Raggiunto dal quotidiano fondato da Giuliano Ferrara, Aiello ha risposto di non aver «nulla da dichiarare, non mi sembrano domande pertinenti. Dove sto sono fatti miei, ho delle vacanze programmate. Non è vero che sono stato richiamato». Prima di essere nominato direttore generale del Comune di Roma, Aielli, laureato in Scienze Statistiche alla Sapienza di Roma, era stato amministratore delegato al Poligrafico e Zecca dello Stato, consigliere di amministrazione all’Enciclopedia Treccani, amministratore delegato a Finmeccanica, manager a Thales Italia, ad Alcatel, ha avuto anche un passaggio al ministero della Coesione territoriale. Insomma, un manager di altissimo livello, con un curriculum di tutto rispetto che ha convinto il sindaco ad affidargli un incarico così impegnativo, come quello di gestire l’immensa, elefantiaca macchina capitolina.

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La rivelazione del Foglio ha subito scatenato polemiche. «Il sindaco Gualtieri spieghi al più presto se corrisponda al vero la notizia che il direttore generale del Comune di Roma Paolo Aielli, nel fine settimana delle votazioni era beatamente in vacanza con sua moglie, infischiandosene allegramente del caos creatosi a Roma a causa del mancato funzionamento dei sistemi informatici», ha dichiarato Marco Perissa, presidente della federazione romana di FdI. «Se così fosse, il primo cittadino non dovrebbe aspettare neanche un minuto prima di mandar via un dirigente apicale che ha dimostrato non solo la sua incapacità a organizzare un sistema elettorale efficiente, ma anche la sua noncuranza davanti a un problema che ha messo in ridicolo l'intera Capitale d'Italia. Chi non ha cuore l'immagine della città e soprattutto il rispetto del voto dei cittadini, non merita di ricoprire cariche nel Comune più importante della Nazione».

Richiesta a cui si è unito il M5S: «Apprendiamo dalla stampa che il direttore generale di Roma Capitale, mentre la città veniva esposta a una figuraccia internazionale essendo l'unico Comune d’Europa a non aver consegnato i dati di ben 78 sezioni, si trovava in vacanza. Un autentico smacco per il personale impegnato ai seggi, “sequestrato” per più di 20 ore, per la regolarità delle votazioni. È più che lecito», scrivono in una nota i gruppi consiliari capitolini M5S e Lista civica Virginia Raggi, «chiedere al sindaco Gualtieri che lo ha scelto se il dottor Aielli sia la persona più idonea per ricoprire un incarico di enorme responsabilità come quello di direttore generale della Capitale d’Italia».

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