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Ilaria Salis: "Maja estradata in Ungheria. Indecente", scoppia il caso

sabato 29 giugno 2024

2' di lettura

"Nel cuore della notte del 28 giugno Maja T., antifascista tedesca, è stata prelevata dal carcere di Dresda per essere estradata in Ungheria con l'accusa di aver preso parte ai fatti di febbraio 2023 a Budapest": Ilaria Salis lo ha scritto nelle sue storie su Instagram riferendosi agli stessi fatti per cui è stata detenuta anche lei nel Paese di Viktor Orban fino all'elezione al Parlamento europeo e quindi fino all'ottenimento dell'immunità, che le ha consentito di rientrare in Italia. "Questo trasferimento - ha continuato l'attivista riferendosi a Maja T. - ha avuto luogo nonostante la Corte Costituzionale Federale tedesca abbia sospeso l'ordine di estradizione". 

La Salis, poi, ha parlato della sua esperienza: "Come sapete, io ci sono già passata. So cosa vuol dire essere detenuta nelle carceri ungheresi ed essere sottoposta a un processo in cui i diritti fondamentali sono posti sistematicamente in discussione. Non lo augurerei neanche al mio peggior nemico. È inaccettabile e indecente che in un paese europeo le persone possano trovarsi in tali condizioni, lo è ancora di più il fatto che le autorità di altri paesi diano il proprio consenso all'estradizione". Secondo l'eurodeputata, si tratta di una decisione incomprensibile "dal momento che la Corte d'Appello di Milano il 28 marzo 2024 si è espressa in via definitiva rifiutando la consegna di Gabriele, anche lui accusato per gli stessi fatti, sulla base di condizioni carcerarie inadeguate e della sproporzione della custodia cautelare rispetto all'accusa".

Riferendosi alla donna estradata a Budapest, infine, ha aggiunto: "Maja è una persona non-binaria e l'incarcerazione in Ungheria, dove gli attacchi contro la comunità LGBTQI+ sono frequenti e diffusi, rischia di esporla a un grave pericolo di violenza fisica e psicologica. Nessuna dovrebbe essere costretta a vivere questa esperienza e subire queste ingiustizie: le estradizioni in Ungheria devono subito essere fermate per tutte!".

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