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Mollicone e la strage di Bologna, "il teorema delle toghe". Pd e Bonelli insultano

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"La presidente del Consiglio ha detto una cosa ovvia: le sentenze hanno rilevato la matrice neofascista". Vanno "certamente" rispettate "ma bisogna capire se le sentenze hanno rispettato le garanzie processuali. Qualsiasi tecnico superpartes lo confermerebbe. Si cerca di creare un teorema come è accaduto a Berlusconi per decenni facendolo diventare addirittura il referente della mafia".

Intervistato da La Stampa Federico Mollicone, deputato di Fratelli d'Italia e presidente della Commissione cultura alla Camera, difende Giorgia Meloni dalle critiche di Paolo Bolognesi sulla strage di Bologna e, "avendo letto tutte le carte", punta il dito sui giudici che hanno scritto le sentenze. Elly Schlein ha accusato Meloni e Fdi di "vittimismo". "Schlein - ribatte Mollicone - non ha cultura politica né conosce la storia politica nazionale, essendo cresciuta per lo più all'estero". Secondo il deputato di FdI, "non possiamo accettare come dogmi sentenze che non stanno rispettando le garanzie di un giusto processo. È ora di farla finita con questa ipocrisia".

 

 

 

Parole che vengono accolte dall'opposizione con toni indignati. "Meloni ha il dovere di farci sapere cosa ne pensa delle gravi dichiarazioni del presidente della commissione cultura di FdI Mollicone. Condivide queste affermazioni? Ha il dovere di rispondere", scrive su X, Simona Malpezzi, senatrice del Pd. Parole di Mollicone che Stefano Bonaccini, governatore uscente dell'Emilia Romagna e fresco europarlamentare del Pd, di cui è presidente, definisce "di una gravità inaudita. A fronte di sentenze passate in giudicato, che hanno inequivocabilmente individuato la matrice fascista della strage della stazione di Bologna, Mollicone ribalta la storia e sovverte i fatti, denunciando pubblicamente gli stessi atti della magistratura. Davanti a questo ennesimo tentativo di riscrivere la storia contro tutto e tutti, non spetta più a noi smentirlo, ma direttamente a Giorgia Meloni". Quindi l'attacco personale a Mollicone, la cui "presenza nell'aula di Montecitorio è già in sé uno schiaffo alla dignità del Parlamento e la sua permanenza alla presidenza di una commissione autorevole come quella della Cultura e dell'istruzione della Camera è impossibile. Se Meloni non lo toglie da lì e non lo caccia dal suo partito significa che ne condivide le affermazioni eversive. Saremmo allora di fronte a un problema decisamente più grave".

 

 

 

All'assalto di Mollicone anche Angelo Bonelli, deputato di Verdi e sinistra e co-portavoce di Europa Verde: "Non può più restare a rappresentare come presidente una Commissione Parlamentare, dopo gli attacchi ai giudici della strage di Bologna e la sua contestazione sul loro operato. Il 'teorema' di cui parla Mollicone è solo quello architettato dal suo partito per cancellare la realtà dei fatti, ovvero la stagione stagista neofascista, come ha giustamente sottolineato ieri il Presidente Mattarella". "Meloni ora che fa? - domanda polemicamente Bonelli -. Continua a fare lo struzzo mettendo la testa sotto la sabbia per non intervenire ancora una volta? La Premier dica la sua, perché FdI non può manipolare la storia come stanno facendo i suoi esponenti di partito. Meloni consentirà a Mollicone di rimanere in Fratellid'Italia? Intanto Mollicone si dimetta immediatamente". 

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