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Nuovo Partito comunista, la lista di proscrizione: gli "agenti sionisti" che vogliono colpire

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I riflessi interni della crisi mediorientale continuano a tratteggiare un brutto clima. Dopo la prima lista degli «agenti dell’Entità sionista» diffusa a fine agosto, di cui fanno parte anche i direttori responsabile ed editoriale di questo quotidiano, Mario Sechi e Daniele Capezzone, siamo all’«aggiornamento» dell’elenco stilato dal Nuovo Partito Comunista Italiano. Nella lista, già nutrita, di esponenti politici (c’è praticamente quasi tutto il governo), giornalisti, manager, intellettuali, vengono inseriti nuovi nominativi. Come i capigruppo di Fratelli d’Italia al Senato e alla Camera, Lucio Malan e Tommaso Foti, il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Galeazzo Bignami, e ancora le parlamentari, in uscita da Azione, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini. Tra i nomi aggiunti nel campo giornalistico, ci sono Monica Setta, Giovanni Giacalone e Carlotta Morgana. E ancora, l’attore e regista, ed ex parlamentare, Luca Barbareschi.

RITORNO AL PASSATO
Ma non è solo la lista di proscrizione a essere inquietante. Piuttosto, anche il comunicato emesso a proposito del confronto sulla manifestazione del prossimo 5 ottobre, indetta dalla galassia Pro-Palestina in vista del primo anno trascorso da quell’atto di aggressione mosso da Hamas il 7 ottobre dello scorso anno. Una data che, stando al post pubblicato sui social qualche giorno fa dai Giovani Palestinesi con cui viene annunciata una manifestazione nazionale a Roma, viene vissuta come una sorta di ricorrenza da glorificare, a spregio delle centinaia di vite innocenti israeliane uccise, ferite o deturpate per sempre dopo mesi di sequestro. Ebbene, il Viminale sta vagliando l’ipotesi di vietare quella manifestazione per motivi di ordine pubblico.

Ecco cosa scrive, nel suo ciclostile telematico, il Nuovo Partito Comunista Italiano: «È necessario sfidare, da subito, i divieti minacciati da Piantedosi e richiesti a gran voce dagli agenti dell’Entità Sionista!», e si invita a «mobilitare le masse popolari contro organismi e agenti dell’Entità sionista operanti in Italia». L’appello è molto chiaro: «Vanno violate le restrizioni minacciate dal ministero dell’Interno qualora fossero confermate», per questo «dobbiamo alzare di tono e di livello attraverso le forme più disparate di attivismo e solidarietà con il popolo palestinese».

 

Nel testo, delirante, si legge: «Dobbiamo rendere impossibile la vita al governo Meloni, agli agenti e ai collaboratori dell’Entità sionista che operano in Italia». Anzi, nel testo si vaneggia di una finalità politica generale: «Rovesciare il governo Meloni rendendo ingovernabile il Paese fino a imporre un governo d’emergenza espressione degli organismi operai e popolari e del resto delle masse organizzate». Meglio specificato, «un governo di blocco popolare». Un testo grondante follia ma pericoloso in cui, tra le altre cose, si invita ad «azioni militanti contro le installazioni militari Usa -Nato in Italia» e al boicottaggio di prodotti messi in commercio da aziende indicate. Un grande classico. 

ORDINE PUBBLICO
In aggravante continuità a tutto questo, ieri sono arrivate le dichiarazioni degli organizzatori della marcia Pro-Pal che si è tenuta nella Capitale: «Per il 5 ottobre è stata indetta una mobilitazione nazionale, noi non rinunceremo a quella data. Non si sogni questo governo di vietare questa manifestazione». Toni imperativi molto gravi, segno di una tensione che si va alzando. E che comprensibilmente suscitano reazioni politiche. Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Senato, Lucio Malan, ieri ha affermato: «La seconda edizione della lista pubblicata dal Nuovo Partito Comunista Italiano è particolarmente inquietante». E annuncia: «Né i ministri, né noi parlamentari ci faremo certo condizionare nella nostra azione politica ma certamente si tratta di espressioni inaccettabili».

Da Forza Italia, la vicesegretaria nazionale e responsabile Esteri Deborah Bergamini mette insieme la lista con «la sfida alle istituzioni» lanciata dai Pro-Pal in piazza. E denuncia: «Intorno alla crisi mediorientale si stanno formando grumi eversivi che tutto il quadro politico, nessun partito escluso, deve contrastare». Purtroppo, però, nel quadro politico c’è sempre un doppio binario, con la sinistra che continua a essere timida, per non dire silente, di fronte alle preoccupanti iniziative dei tifosi nostrani di Hamas.

 

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