CATEGORIE

L'addio di Trudeau e l'alta mortalità dei leader a sinistra

di Mario Sechi martedì 7 gennaio 2025

2' di lettura

Il premier del Canada Justin Trudeau si è dimesso da leader di partito e primo ministro, la foto del G7 in Puglia va aggiornata. Dei capi di governo e di Stato di quell’istantanea ne rimangono in piedi solo due: Emmanuel Macron (che non sta tanto bene) e Giorgia Meloni. L’Italia che diventa un esempio di stabilità di governo è un sottosopra, un segno profondo del cambio di stagione: i progressisti sono in crisi nera, la deriva ideologica “woke” li ha allontanati dagli elettori, fino ad annientarli. Hanno fatto tutto da soli, accecati da un estremismo travestito da perbenismo che forse apre le porte dei ristoranti stellati, ma di certo chiude quelle della cucina del popolo.

Perfino nel Regno Unito, dove la faida dei Conservatori ha consegnato loro una facile vittoria, i laburisti sono nei guai. È un’ondata storica che sta travolgendo i progressisti, le loro idee, i totem e tabù che hanno dominato la cultura fino a scatenare una reazione di rigetto. Attendiamo il voto in Germania il 23 febbraio e l’esito dell’agonia della legislatura in Francia, ma il punto chiave è messo a fuoco da tempo, è la sinistra in declino, non la democrazia come metodo del «prima conoscere, poi discutere, poi deliberare» (Luigi Einaudi).

I progressisti quando perdono le elezioni o falliscono la prova del governo vanno a caccia di un colpevole esterno, una manina invisibile, il destino cinico e baro. Non avendo capito il mondo che cambia, hanno deciso che il problema ora è la «tecnodestra», che in fondo è la solita minestra cucinata dai nipotini di Lenin: il Capitale, il denaro, l’informazione, declinati in maniera diversa ma sempre uguale. Sfuggita con un capolavoro trasformista al crollo del Muro di Berlino, la sinistra ha sostituito il comunismo con il politicamente corretto, l’ecologismo insostenibile, la “cancel culture” e la liquidazione dei sessi, ma minacciando il portafoglio, l’educazione e la sfera intima, si sono scavati la fossa. In Italia il declino è accompagnato da un fenomeno di rimozione e riesumazione: rimozione della vittoria di Giorgia Meloni, riesumazione del fascismo. Così la sinistra non riconosce l’uomo della strada e abita nella fiction: in America con le parole d’ordine woke alla cerimonia dei Golden Globes, in Italia con la serie su Mussolini su Sky. Loro riscrivono cronaca e realtà, gli elettori cambiano i governi, le figurine nelle foto.

L'editoriale Da 25 anni Libero resta dalla parte giusta della storia

L'evento Ignazio La Russa alla festa per i 25 anni di Libero: "Sul Referendum c'è stato un clima d'odio"

L'evento Beppe Sala alla festa per i 25 anni Libero: "Un quotidiano che lascia il segno"

tag
mario sechi
justin trudeau
canada
woke

Ti potrebbero interessare

Da 25 anni Libero resta dalla parte giusta della storia

Mario Sechi

Ignazio La Russa alla festa per i 25 anni di Libero: "Sul Referendum c'è stato un clima d'odio"

Beppe Sala alla festa per i 25 anni Libero: "Un quotidiano che lascia il segno"

Vittorio Feltri, "la morte di Patacconi": l'aneddoto sulla fondazione di Libero

Alessandro Gonzato

Roma Pride, il Pd sfila per i Paesi che odiano i gay

Al Gay Pride di Roma che ormai si chiama solo Pride finiscono le bottigliette d’acqua prima che parta il serpenton...
Alessandro Gonzato

La sinistra chiama Tajani in aula: lui va, le opposizioni sono al mare

Mattinata di venerdì. Nuovi venti di guerra soffiano sul Medio Oriente. L’operazione militare israeliana &l...
Tommaso Montesano

Conte e Casarini, volano stracci a sinistra

Vorrebbero governare assieme, ma lo spettacolo non è dei più promettenti. Tra Pd e Cinquestelle ogni giorn...
Francesco Storace

Sindaca Pd di Prato indagata: "A libro paga del massone, quanti soldi ha avuto"

Una sindaca "a libro paga della massoneria", con "stipendio fisso" extra e che aveva "dimentica...