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La sinistra chiama Tajani in aula: lui va, le opposizioni sono al mare

di Tommaso Montesano domenica 15 giugno 2025

3' di lettura

Mattinata di venerdì. Nuovi venti di guerra soffiano sul Medio Oriente. L’operazione militare israeliana “Leone nascente” contro l’Iran è in pieno svolgimento. E in Italia il centrosinistra affila le armi. Obiettivo: il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. I deputati e i senatori dell’opposizione sono un disco rotto: «Venga a riferire in Parlamento. Chiediamo un’informativa urgente». Da Francesco Boccia, capogruppo dem al Senato, arriva il via libera all’iniziativa: «Richiesta doverosa e istituzionale. Non vorremmo che anche Tajani cominciasse a dimostrare scarso rispetto per la democrazia e il Parlamento».

Tra i più critici ci sono Matteo Renzi e, soprattutto, Giuseppe Conte. «Quei due», dice il leader di Italia Viva riferito sia a Tajani che alla premier Giorgia Meloni, «sono fuori dai tavoli che contano» (venerdì). «In questa situazione occorrerebbero una leadership e un ministro degli Esteri che non sia “Alice nel Paese delle meraviglie”» (ieri mattina). Conte è descritto come furioso: «Qualcuno ha intenzione di fermare il criminale Netanyahu prima che sia troppo tardi?». Il M5S aderisce alla richiesta di Avs, proprio come il Pd, di un’«informativa urgente» di Tajani «perché ci venga detto con chiarezza quello che sta succedendo» (Enrica Alifano).

Il titolare della Farnesina dopo aver annullato tutti i suoi impegni, venerdì dà la disponibilità a riferire in Parlamento «a partire già da oggi pomeriggio». L’informativa «sugli sviluppi della crisi tra Israele e Iran», poi, viene calendarizzata alle 11 di ieri davanti alle commissioni Esteri congiunte di Camera e Senato. A presiedere i lavori, i presidenti della commissione di Montecitorio, Giulio Tremonti, e di quella di Palazzo Madama, Stefania Craxi. L’informativa, vista la situazione, una volta di più è aperta a tutti i parlamentari, non solo ai componenti delle Commissioni interessate.

Eppure sono proprio i rappresentanti del centrosinistra, denunciano dalla maggioranza, a disertare l’appuntamento. Renzi attacca Tajani da Rapallo, dove interviene alla kermesse dei giovani di Confindustria. Conte, invece, pontifica da Salerno, dove visita i gazebo del suo partito “contro il riarmo”.

Nell’aula dei gruppi della Camera, si contano meno di 30 parlamentari dell’opposizione. Più del doppio i rappresentanti della maggioranza presenti. Oltre a Tajani, ci sono i ministri Casellati (Riforme) e Zangrillo (Pubblica amministrazione). Forza Italia schiera 28 deputati e otto senatori, per Fratelli d’Italia ci sono, tra gli altri, i capigruppo Galeazzo Bignami (Camera) e Lucio Malan (Senato). Per la Lega ci sono Paolo Formentin, che interverrà nel dibattito, e Simone Billi.

Tra i dem, Elly Schlein e la capogruppo a Montecitorio Chiara Braga ci sono, ma i banchi dell’opposizione sono mezzi vuoti. I grillini si contano sulla punta delle dita: ci sono il deputato Maurizio Ricciardi e il senatore Bruno Marton. Rapporti di forza che non sfuggono ai parlamentari della maggioranza. È curioso, del resto, che mentre Tajani delinea, come osserva il deputato forzista Paolo Emilio Russo, «una linea politica chiara, rivendicando l’autorevolezza del nostro Paese a livello internazionale», illustrando i pilastri della posizione del governo sulla crisi (impegno per la de-escalation, no all’arma nucleare per Teheran, supporto alle iniziative umanitarie), proprio chi ne aveva chiesto a gran voce la presenza in aula marchi visita. E la maggioranza va all’attacco.

«Spettacolo indecoroso, le opposizioni erano di fatto assenti», dice Alice Buonguerrieri (Fdi). «L’impegno del ministro della nostra diplomazia per la de-escalation dovrebbe rendere orgogliosi anche i colleghi delle opposizioni, compresi i molti che oggi hanno commentato senza presentarsi», ironizza - ma non troppo - Fabrizio Sala, deputato di Fi. Il suo capogruppo, Paolo Barelli, è tranchant: «Molti di coloro che hanno chiesto al governo di spiegare e riferire non si sono presentati...». «Ma Conte e Renzi su quale spiaggia stavano prendendo il sole mentre Tajani riferiva su quanto sta accadendo in Medioriente?», si chiede invece Enzo Amich, altro deputato di Fdi.
Il collega Stefano Maullu ha la risposta: «Forse per loro il weekend è sacro».

Il partito della premier non molla la presa. «Il governo ha risposto con sollecitudine alle istanze dell’opposizione, mentre sui banchi si registrano alcune assenze tra coloro che ne avevano chiesto la presenza in aula» (Marco Lisei, senatore).

«Mentre il governo e Tajani hanno prontamente risposto alle richieste di chiarimento e di informazione, di quelli come Conte e Renzi neanche l’ombra», aggiunge Paolo Trancassini. Tutto questo mentre il ministro della Difesa, Guido Crosetto, lancia l’allarme su «una ripercussione dal punto di vista terroristico» da parte dell’«integralismo islamico legato all’Iran». 

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