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Mattarella sull'Ucraina: "Invio di forze militari? Prematuro parlarne"

venerdì 7 marzo 2025

2' di lettura

I negoziati di pace non sono ancora iniziati, quindi "è prematuro discutere di soluzioni" come l'eventuale invio di forze militari in Ucraina per svolgere una funzione di peacekeepers successivamente a un cessate il fuoco: a dirlo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un'intervista all'emittente giapponese Nhk. Il capo dello Stato, in visita in Giappone, fornisce così un assist alla premier Giorgia Meloni, che dopo il vertice straordinario europeo ai cronisti aveva detto: "Ho escluso che possano essere inviati soldati italiani. Meglio pensare a soluzioni più durature. Estendere l'articolo 5 della Nato sarebbe una soluzione duratura. È una cosa diversa dall'ingresso nella Nato però, è estendere la stessa copertura che hanno i paesi Nato anche all'Ucraina".

Il capo dello Stato, poi, ha spiegato che per la guerra in Ucraina va cercata una pace senza mortificazioni. Poi, ha ribadito che quella della Russia all'Ucraina è stata "un'aggressione in violazione delle regole del diritto internazionale della Carta dell'Onu e di ogni regola di convivenza tra i Paesi della comunità internazionale" nonché di un trattato di 30 anni fa con cui Mosca si assumeva il compito di garantire la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina. "La violazione di queste regole - ha proseguito Mattarella - è inammissibile, altrimenti si afferma il principio che uno Stato più forte può imporre la sua volontà con le armi agli Stati vicini meno forti e meno grandi e questo darebbe il via alla barbarie nei rapporti internazionali".

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Per questo, secondo il presidente della Repubblica, "in Europa vi è forte difesa e sostegno all'Ucraina: se passasse il sistema che uno Stato più forte può imporre a un altro Stato la propria volontà con le armi, altre aggressioni seguirebbero e un susseguirsi di aggressioni condurrebbe inevitabilmente a una guerra di proporzioni inimmaginabili. Per questo noi riteniamo che sia indispensabile porre fine a questo conflitto". A tal proposito, ha auspicato "una soluzione che non mortifichi nessuna delle due parti ma che garantisca una pace conforme al diritto internazionale per evitare che si riaffermi anche il principio ormai inaccettabile per la comunità internazionale delle sfere di influenza, per cui gli stati più forti in un continente, in una regione, hanno il diritto di imporsi sugli stati meno forti". 

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