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Francesco Boccia, "a questo punto è necessario". Pd caos, Schlein "sfiduciata"?

giovedì 13 marzo 2025

3' di lettura

Il voto a Strasburgo su Rearm Europe consegna all'Italia un Pd spappolato, inerme, diviso. E con una segretaria, Elly Schlein, di fatto sfiduciata dai suoi stessi uomini. Al Nazareno siamo ormai oltre l'allarme rosso, visto il caos su una materia cruciale come la politica estera e il futuro dell'Unione europea e un centro-sinistra divisa in tre tronconi tra chi sostiene il piano di Ursula Von der Leyen, chi è contrario, chi si astiene. Al di là di tecnicismi e sofismi, la verità è che  i dem non  hanno una linea e soprattutto che la linea della Schlein non è condivisa.

"Difendere acriticamente quel piano di riarmo deciso unilateralmente da Von der Leyen non significa volere l'Europa unita, ma solo riarmare gli stati nazionali che rischiano di allontanarsi sempre più dalla difesa comune. Sta a noi aprire una discussione su come essere alternativi alle destre", commenta Francesco Boccia, capogruppo al Senato del Pd, in una intervista al manifesto. subito dopo la plenaria di Strasburgo di mercoledì.

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"Su questo Piano ci sono molti dubbi che sono stati espressi sia all'interno delle forze progressiste che di quelle di centrodestra. Come Pd siamo convinti che quel piano riarma gli eserciti nazionali ma non prefigura quella difesa comune europea che, insieme alla politica estera, fiscale e sociale dovrebbe essere alla base della costruzione del soggetto Europa. Non è con il libero riarmo dei singoli paesi, con aumento del deficit, negato poi per gli investimenti sociali ed economici, che si fa nascere una Unione europea più forte". E fin qui, quella di Boccia (uomo molto vicino alla Schlein) sembra una difesa. Poi però, con il dovuto bonton istituzionale, il capogruppo non può che confermare il grosso problema interno.

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La spaccatura nel Pd e in generale col gruppo dei S&d d'altronde, è lì da vedere. "Abbiamo lavorato con il nostro capo-delegazione Nicola Zingaretti fino alla fine per trovare una posizione comune ma ci sono state valutazioni diverse sul voto finale. Per ciò che riguarda il Pse penso che le logiche che hanno guidato il voto delle altre delegazioni siano derivate molto dalle dinamiche politiche nazionali dei diversi paesi. Noi ci riconosciamo nella grande famiglia del socialismo europeo ma manteniamo una posizione molto critica nei confronti del Rearm Europe".

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Il sospetto è che qualcuno abbia approfittato di questo voto per polemizzare con la segreteria. "Mi auguro che le posizioni espresse nel nostro gruppo siano dovute ad una valutazione del merito e non per regolare questioni interne. Sarebbe un grave errore politico. Quella di Elly Schlein è una leadership reputazionale con una direzione limpida e coerente". Tuttavia, e qui c'è il punto nodale della questione, "è ovvio che a questo punto è necessario un chiarimento politico. Intanto lavoreremo perché il Pd in vista del Consiglio europeo della prossima settimana esprima una posizione unitaria. Poi la segretaria e il partito decideranno come affrontare la discussione. Il mondo sta vivendo una crisi drammatica e abbiamo il dovere, di fronte ai nostri elettori, di esprimere una posizione chiara sulla collocazione del Pd e del nostro paese nello scenario internazionale. La segretaria e gli organismi dirigenti stabiliranno quale sarà lo strumento più idoneo". 
 

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