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L'ultima speranza di Elly Schlein: portare i dem a farsi benedire

Al seminario dei deputati del Pd ci sarà il cappellano di bordo della Ong di Mediterranea saving humans
di Elisa Calessi mercoledì 2 aprile 2025

3' di lettura

Greenpeace contro Mediterranea. Lo storico contro l’economista. La competizione tra Giuseppe Conte ed Elly Schlein si declinerà, nei prossimi giorni, anche a suon di ospiti. Sul palco della piazza pacifista per Conte, al seminario a porte chiuse al Museo Cervi per Schlein. E così se sabato, sul palco della manifestazione organizzata dal M5S, parleranno il direttore di Greenpeace, Giuseppe Onufrio, e il divulgatore Alessandro Barbero, al seminario dei deputati del Pd ci sarà don Mattia Ferrari, cappellano di bordo della Ong di Mediterranea saving humans, nonché una delle persone spiate grazie al software progettato dall’agenzia israeliana Paragon Solution.

Sarà il sacerdote, infatti, a concludere, insieme ad altri due relatori, il seminario a porte chiuse dei deputati del Pd, in programma il 3 e 4 aprile. E questa volta non in un resort di lusso, come accadde l’anno scorso, quando si decise di riservare perla due giorni il Park Hotel Ai Cappuccini, convento trasformato in hotel cinque stelle. Memori della lezione, questa volta al Pd si è scelto un luogo inattaccabile: niente meno che il Museo Cervi, a Gattanico, in provincia di Reggio Emilia, ricavato nella casa colonica abitata dai fratelli Cervi, uccisi dai fascisti.

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Due giorni di ascolto, ma anche di confronto su temi internazionali e interni in un momento non facile per il Pd, stretto com’è tra il pacifismo a oltranza del M5S e il turbo-riformismo di Azione, sempre più lontano dall’orbita del centrosinistra. Sintomo di questa difficoltà è il fatto che ancora Schlein non abbia annunciato se andrà o no alla manifestazione dei pentastellati di sabato. Conte, ieri, è tornato a punzzecchiarla: «Noi l’abbiamo aperta a tutte le forze, politiche, le associazioni, i singoli cittadini, quindi confido che ci sia anche il Pd, che ci siano tutte le forze che ritengono questo piano di riarmo una prospettiva folle che farà malissimo all’Italia ma distruggerà anche l’unità e l’integrazione dell’Europa».

Il problema è che la presenza di Schlein - in cuor suo probabilmente vicina come idee a Conte - spaccherebbe il Pd, che per metà, come si è visto a Strasburgo, è per sostenere il piano di riarmo presentato da Von der Leyen. Piano che, peraltro - sempre alla voce: ti metto in difficoltà - sarà contestato in una mozione parlamentare che il M5S chiederà di discutere la prossima settimana (e già ha portato in tutti i consigli regionali). D’altra parte, Schlein non può nemmeno attaccare Conte. Per almeno due ragioni. La prima è che la base dem è sensibile al pacifismo sostenuto dal M5S.

La seconda è che, in autunno, si vota in sei regioni. Far saltare l’alleanza con il M5S non è una grande idea. Tanto più ora che Calenda si è allontanato definitivamente dal campo largo (nelle Marche probabilmente sosterrà il candidato del centrodestra). In Campania, poi, l’alleanza con il M5S è fondamentale, tanto più se la Consulta il 9 aprile dovesse bocciare la legge della Campania approvata a novembre che consente a Vincenzo De Luca di ricandidarsi per la terza volta alle elezioni regionali.

Insomma, non è un momento facile. Anche se Schlein cerca faticosamente di tenersi in equilibrio. Come dimostra l’improvvisata di ieri pomeriggio, quando ha deciso di assistere allo spettacolo sul fine vita, messo in scena nell’aula dei gruppi, “La valigia della libertà” di Valentina Petrini. Schlein non era attesa. Invece è arrivata, trovandosi fianco a fianco di Conte, oltre che di Nicola Fratoianni e del segretario di Più Europa Riccardo Magi. Si vedrà nei prossimi giorni quanto la compagnia durerà.

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