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Elly Schlein, mentre il mondo cade a pezzi lei pensa alla fornaia

La leader del Pd è fuori dalla realtà: se Giorgia Meloni si prodiga per la pace, lei pensa alla panettiera di Ascoli Piceno, Lorenza Roiati
di Pietro Senaldi lunedì 28 aprile 2025

3' di lettura

«Mentre il mondo cade a pezzi, io compongo nuovi spazi...» canta Marco Mengoni nella sua canzone capolavoro, “L’Essenziale”. Ma mentre il mondo cade a pezzi, pure Elly Schlein compone spazi, benché vecchi e non nuovi, in una dichiarazione che potrebbe essere titolata “L’inessenziale”. Le agenzie avevano da poco battuto la dichiarazione di Dimitrij Peskov. Il portavoce di Vladimir Putin, all’indomani dell’apertura fatta dal ministro degli Esteri russo, il potentissimo Sergej Lavrov, sulla «disponibilità di Mosca a raggiungere un accordo con l’Ucraina», aveva aggiunto che «c’è sintonia tra noi e gli Stati Uniti, ma ora serve riservatezza». Gli avevano prontamente risposto il segretario di Stato americano, Marco Rubio, spiegando che «questa settimana sarà decisiva per vedere chi vuole la pace» e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, esaltando «l’ottimo» incontro avuto con Donald Trump all’interno della Basilica di San Pietro e ringraziando «il grande sostegno» avuto dal Vaticano, mentre il sindaco di Kiev diceva che il Paese è «pronto a cessioni territoriali». Nel frattempo il presidente americano, che vivrebbe un calo di popolarità a causa della politica dei dazi, gradita solo dal 39% dei cittadini, annunciava che robusti tagli di tasse e che non ci sarà una proroga ai novanta giorni di sospensione delle tariffe per l’Europa. Nel frattempo le redazioni erano alle prese con Israele, tornato a bombardare Beirut, la capitale del Libano, a caccia di Hezbollah e a Roma, sepolto Jorge Bergoglio, tutti erano a caccia di indiscrezioni sui profili sui quali si stanno orientando i cardinali per eleggere il nuovo Papa. Per inciso, grazie alla mediazione di Giorgia Meloni, Ursula Von der Leyen e il presidente Usa si sono dati appuntamento per parlare di dazi.

Ed ecco che, da Marte, piomba una dichiarazione che non ammette repliche della segretaria dem: «Chi ce l’ha con la fornaia di Ascoli Piceno? Si accertino i responsabili di queste intimidazioni fasciste inaccettabili con la stessa meticolosità con cui le forze dell’ordine hanno identificato la panettiera», al secolo, Lorenza Roiati. Povera Nazarena, più comica e fuori luogo dei goffi tentativi di Emmanuel Macron di inserirsi nel colloquio tra Zelensky e Trump, costretto ad allontanare il presidente francese in cerca di foto-opportunity a pochi metri dal feretro del Pontefice. Attenzione, non vogliamo banalizzare. Roiati ha fatto bene, avendone voglia, a esporre davanti al suo negozio, nell’anniversario della Liberazione, la scritta “Buono come il pane, bello come l’antifascismo”. Le forze dell’ordine erano comandate, in quel giorno, a registrare e indagare ogni esternazione pubblica sull’argomento e così hanno fatto con la fornaia, doverosamente anche se forse non necessariamente, al quale nessuno ha toccato lo striscione, che peraltro esibisce tutti gli anni. Poiché governa il centrodestra, questa procedura regolamentare ha dato però scandalo a sinistra, con i dem che ne hanno montato un caso sul governo che vuol conculcare le democrazia. A seguito del can can, questa non notizia ha assunto rilievo nazionale e la fornaia, l’indomani, si e ritrovata due striscioni ingiustificabili dedicati a lei: “Da quel forno un tale fetore, che diventa simpatico anche il questore” e “Ai forni”, abbreviazione razzista del nome, chiaramente goliardico e goloso dell’esercizio, “Assalto ai forni”.

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Comprensibile arrabbiarsi con queste scritte e difendere la panettiera, ma la marginalità dell’episodio di provincia rispetto a tutto quando accaduto ieri è palmare. Viene il dubbio che il mondo sia troppo grande e complicato per la povera Elly. Non si tratta neppure di tacere sull’Ucraina per non spezzare per una volta una lancia a favore di Trump o di glissare sull’Europa per non dover ammettere i successi di Giorgia Meloni. La sensazione è proprio che la dimensione di Elly, al di là della rivendicazione dei diritti delle coppie arcobaleno, non vada proprio oltre l’attacco alle destre e l’accusa al governo di collateralismo al fascismo. Se può dare del fascista a qualcuno, Elly si ritrova, si tranquillizza, non teme di sbagliare. Il fascismo per lei è una sorta di coperta di Linus, le fa ritrovare tutte le sicurezze, lo ricerca ovunque, per trovare due parole da dire che la sua gente per una volta capisca.

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