I blindati della polizia e i reparti mobili in assetto anti-sommossa a bloccare le strade. Per cosa? Per difendere la democrazia. Roma, quartiere Africano, Anno Domini 2025. Succede che sabato pomeriggio Gioventù Nazionale e Azione Universitaria (entrambi movimenti legati a Fratelli d’Italia) decidono di inaugurare la loro nuova sede al civico 29 di via Tripoli, zona nord-est della Capitale, e scatta la mobilitazione di centri sociali e collettivi rossi chiamati a raccolta da Azione antifascista Trieste-Salario. Stavolta è ancora peggio rispetto al solito, perché non si tratta di contestare un convegno (cosa già di per sé grave se è vero come è vero che esiste la libertà di parola) ma addirittura la nascita di uno spazio di confronto e dibattito che tra l’altro fa capo alla prima forza politica del Paese, ovvero quella che rispecchia più di tutte il pensiero degli italiani.
Da piazza Amba Alagi parte un corteo contro «razzisti, machisti, omofobi e squadristi» al grido di «le sedi dei fascisti si chiudono col fuoco ma coi fascisti dentro» e «fascisti carogne tornate nelle fogne». Ah, l’antifascismo militante... Che aria tirasse lo si era già capito nei giorni prima, quando il tam tam social per il “presidio antifa” aveva alzato i toni. «Non ci sorprende che i fascisti abbiano così tanta facilità nel creare nuove sedi, sia politicamente, considerando che si tratta dell’organizzazione giovanile del partito di governo, sia economicamente, poiché, come abbiamo visto, Fratelli d’Italia non ha problemi nel finanziare squadracce fasciste», avevano arringato gli antagonisti. Volano anche uova e palle di vernice: per fortuna nessuno viene colpito e soprattutto non si registrano scontri tra manifestanti (che resteranno sempre a debita distanza dalla nuova sede) e forze dell’ordine. La gestione dell’ordine pubblico è perfetta.
«Siamo scesi in piazza per dire che chi porta avanti una politica di odio e violenza, chi difende i privilegi e attacca diritti e libertà, non deve avere alcuno spazio politico. Smascherare questa gente significa mettere in luce il loro doppio volto: da un lato istituzionali e finti democratici, mentre aprono le loro sedi e fanno le vittime perché vengono contestati, dall’altro squadristi e fascisti, mentre utilizzano i loro metodi violenti, partecipano alle commemorazioni dei camerati col braccio teso e propagandano le loro idee razziste», diranno poi quelli di Azione Antifascista. E ancora: «Mentre noi sfilavamo per le nostre strade e mentre i fascisti erano rintanati nella loro sede difesi dalla polizia, gli abitanti del quartiere, dai bar, dai negozi e dai balconi, dimostravano di essere con noi.
Quelli di Gioventù Nazionale possono ribaltare i numeri realmente presenti in piazza quanto vogliono, ma continueranno a trovarsi nel quartiere sbagliato e a quartiere Africano continueranno a non essere benvenuti. Fuori i fascisti dal quartiere». Capito i democratici? Le sezioni Trionfale e Montesacro di Gioventù Nazionale la buttano sul ridere. «Circa 200 persone provenienti da tutto il quartiere e dal resto di Roma erano presenti per augurarci un buon lavoro e per festeggiare con noi questo nuovo inizio. Lo stesso successo, purtroppo, non possiamo annunciarlo per la scarna “ciurma” dei 50 “comunisti” che, mandati dai consiglieri municipali del Partito Democratico, hanno fallito miseramente nel tentativo ridicolo di rovinare il nostro evento».
Rincara la dose Federico Rocca, consigliere comunale di Fratelli d’Italia in Campidoglio: «Sinceramente mi viene tristezza a vedere certe scene perché a me non è mai venuto in mente di andare a disturbare l’inaugurazione di una sezione di sinistra. Che lo facciano ragazzini di 16 e 17 anni mi fa tristezza, come sono stati educati? Per fortuna i nostri sono rimasti sereni, non hanno reagito, gli hanno semplicemente voltato le spalle». Fabio Gallì, uno dei responsabili della sezione di via Tripoli nonché membro esecutivo nazionale di Azione Universitaria, spiega a Libero: «Sotto il post di Azione antifascista Trieste-Salario scrivono che le nostri sedi devono essere chiuse, che noi dovremmo essere eliminati dalle strade e che le nostre braccia dovrebbero essere tagliate. Il loro atteggiamento non ci intimidisce, noi continueremo a fare politica con il sorriso nelle scuole, nelle piazze e nelle università rispondendo al loro odio quotidianamente con l’amore che abbiamo verso la politica e verso la nostra Patria».