È scontro in Aula durante il premier time. Chiamata a rispondere ad alcune domande, Giorgia Meloni si trova a dover replicare anche a Giuseppe Conte. Il leader del Movimento 5 Stelle sembra aver dimenticato il passato e tuona: "Presidente Meloni lo scorso 6 marzo in Consiglio Europeo ha dato il primo fondamentale sì a un piano per spese fino 800 miliardi di fatto per riarmare la Germania. E grazie a un altro suo si l'Italia ha un cappio al collo e deve tagliare su tutto tramite le armi" questo "ci impedirà un progetto di difesa europea, questo sì era utile" ma lei "ha dato priorità alle armi rispetto alle urgenze di cittadini e imprese che continua a disconoscere: perché si è fatta fregare così in Europa per due volte?".
E ancora: "Presidente Meloni coglie sempre l'occasione per buttarla in caciara, e anziché fare la presidente del Consiglio ha delle reazioni fanciullesche. I fatti dicono che io ho portato la percentuale di Pil all'1,4%, abbiamo speso un miliardo per le armi, ma abbiamo portato 209 miliardi. Ci provi lei". La stessa premier ha ricordato che Conte, ai tempi della sua presidenza, aveva aumentato le spese militari: "Onorevole Conte, sono molto affascinata da questa sua recente passione antimilitarista che nessuno ha avuto modo di apprezzare quando era premier. Non la ricordo questa stessa linea quando da premier ha sottoscritto in pieno Covid un aumento delle spese militari che valeva 15 mld...", ma forse "sarà stato un altro Giuseppi...". lo sbertuccia la leader di Fratelli d'Italia.
Ma le sceneggiate del numero uno grillino non finiscono qui. "Rivolgo un appello a tutti colleghi: un segno di umanità diamolo. Condanniamo in silenzio questo sterminio, alziamoci in piedi". Ecco allora che le opposizioni si sono alzate in piedi. "Rimane seduta, vergogna!", dice poi rivolgendosi a Meloni. Tornata a lei la parola, Meloni promette: "Continueremo a mantenere gli impegni, anche i vostri perché siete stati voi a mettere la firma per aumentare le spese della difesa al 2%. Io non cambio idea come gira il vento". Parole che nella maggioranza suscitano un applauso e una standing ovation dei deputati di FdI.