Nella furia di trovare spunti affinché si parli dei quesiti referendari, mi sono ritrovato ad ascoltare continui rimandi alla Rerum Novarum di Leone XIII, e quindi alla missione sociale che l’attuale pontefice avrebbe impresso scegliendo il nome di Leone. Tra la morte di Papa Francesco e il saluto a Leone XIV sembra che laici e sinistra siano più papalini dei cattolici, inzuppati di un guelfismo tutto loro e pregni di un inebriante incenso che li ha portati a sentenziare, in un delirio mistico, che il Papa è il leader che manca alla sinistra. Ma è davvero così? Si può dire che la Rerum Novarum sia un testo progressista, un richiamo per cui si dovrebbe andare a votare i referendum? Nemmeno per sogno, e sarebbe ora che il fronte cattolico che anima il centrodestra uscisse da una certa sudditanza culturale e rivendicasse il senso di un percorso che sta tutto all’interno del cattolicesimo e non ha nulla a che spartire con il riformismo socialista.
Papa Leone XIII scrisse questa enciclica innanzitutto contro l’avanzare delle predicazioni socialiste, avendo chiara la minaccia di una evangelizzazione del Male. Papa Pecci era figlio del suo tempo, ma anche a voler contestualizzare ogni riferimento, vale la pena non cadere nel solito maleficio narrativo della sinistra: la Rerum Novarum fu una trincea contro i socialisti, baluardo di difesa e nello stesso tempo di attacco contro l’incunearsi dei socialisti stessi nelle prevaricazioni compiute dai padroni e tollerate dallo Stato. Con Leone la Chiesa si schierò per la prima volta sul terreno sociale, affermando che la società aveva urgenza di un riequilibrio soprattutto tra chi in nome del Capitale sfruttava le persone. La Chiesa “giocò” la partita tenendo tuttavia saldi i concetti del Bene (la Chiesa di Dio) e il Male (il socialismo). La Rerum Novarum non è pertanto il testo dei sindacati, nemmeno oggi: è il testo di una Chiesa che da allora cominciò a strutturarsi nell’associazionismo cattolico, nell’associazionismo della parte giusta.
Elly Schlein, un fantasma tra ambizioni e sogni
Anche se lo vedo spesso impegnato nei processi televisivi alla premier Giorgia Meloni, ai quali viene invitato su ogni r...I sindacati e la sinistra non sono gli alleati giusti dei lavoratori. Quella parte politica si è presentata a iniettare (anche appoggiando governi tecnici) le peggiori riforme neoliberiste in un corpo legislativo dove il cattolicesimo ha rappresentato il meglio. Da D’Alema/Treu alla Schein, il cosiddetto riformismo ha fregato i lavoratori e ha governato per conto degli imprenditori del sistema (da Benetton a Elkann, da Bombassei a De Benedetti, dai Merloni a... Soros), ha privatizzato e liberalizzato facendo la fortuna delle solite famiglie che passavano dalle sfide imprenditoriali alle rendite delle concessioni! È la sinistra che ha fregato Cipputi, ma siccome aveva giornali e tv amiche la rappresentazione era opposta alla verità.
Ieri come oggi.
Il 24 giugno Torino celebrerà il suo Santo patrono - San Giovanni Battista e lo farà con un concerto in piazza e uno spettacolo pirotecnico. Questa festa patronale sarà pagata dalla (ex) Fiat, attraverso il lancio della nuova Grande Panda. Se non ci trovate nulla di strano, allora ve lo dico io: nella città amministrata dal centrosinistra, quella che un tempo era la grande fabbrica finanzia la festa patronale presentando una macchina fabbricata in Serbia! Ma il buon Landini non dice nulla, perché il baratto con il sindaco torinese del Pd è lo spot di Lo Russo sui referendum: «Voterò cinque sì». Una colossale presa per i fondelli: hanno chiuso le fabbriche, licenziato o trasferito i lavoratori, ma gli regalano concerto e fuochi d’artificio in cambio della presentazione di una macchina (un tempo icona di Mirafiori: la Panda) realizzata in Serbia, dove i lavoratori costano meno. Questo è il Male. La Rerum Novarum con questa gente non c’entra nulla.