Sarà perché, per fortuna, il professor Stefano Addeo è fuori pericolo che intorno a lui ormai cominciano a fiorire narrazioni grottesche. Stiamo parlando del docente sospeso dall’insegnamento per aver pubblicato un post nel quale augurava alla figlia di Giorgia Meloni, Ginevra, nove anni a settembre, di fare la fine di Martina Carbonaro, la quattordicenne assassinata la settimana scorsa dal fidanzato. Malgrado la destinataria del messaggio d’odio sia la discendente della donna che ogni giorno buona parte della sinistra accusa di essere fascista, voler trasformare l’Italia in uno Stato securitario, mirare a destabilizzare l’Europa e non saper fare i conti dell’economia, siamo sollevati per il fatto che le parole di Addeo abbiano ricevuto una condanna unanime. Quello che stranisce sono però le ragioni che i commentatori progressisti hanno tirato fuori per giustificare il delirio del professore. In buona sostanza, essi sono riusciti a dare la colpa primigenia dell’accaduto alla destra, sostenendo che se la sia cercata.
Su La7, alla ricerca delle origini del post contro Ginevra, hanno montato servizi che riportavano la campagna elettorale del 2018, nella quale Matteo Salvini attaccava duramente Elsa Fornero per gli esodati e l’aumento dell’età della pensione o comizi di una Giorgia Meloni all’opposizione che invocava maggiore severità nei confronti degli immigrati illegali. La tesi è: chi semina odio, raccoglie tempesta; i leader della destra insulti e minacce si sono avuti anche nei confronti delle figlie di Matteo Salvini e Matteo Piantedosi - hanno caricato la politica di aggressività e sono finiti vittime della violenza che hanno propalato. Che dire? Una bella arrampicata sui vetri. Non conosco il professor Addeo, ma dubito che prima di dare il peggio di sé sui social si abbeverasse al verbo meloniano o salviniano. Mi è più facile immaginare che lo sventurato si abbeverasse a uno dei frequenti talkshow strutturati come un plotone d’esecuzione contro la premier e i suoi ministri, dove ogni mezz’ora si alternano le facce di chi preme il grilletto, ma il bersaglio è sempre lo stesso.
Stefano Addeo, sospeso il professore anti-Meloni
Il professore Stefano Addeo che ha augurato alla figlia di Giorgia Meloni la "stessa fine di Martina Carbonaro"...Certo, quando a esercitarsi sono i più eruditi intelletti del giornalismo o della politica progressista, i toni sono più eleganti. Parliamo di professionisti seri, non di insegnanti di provincia, nessuno prende le topiche del pensatore di Cicciano, il comune campano dove insegna il docente sospeso, nessuno è così volgare e diretto. Però non è insensato dire che il professore è stato vittima di cattivi maestri più che di politici che non la pensano come lui. Benché mascherato da ragionamenti che fanno finta di volare alto, l’odio espresso dall’intelligenza progressista nei confronti di Meloni si percepisce a pelle e arriva dritto allo stomaco dei seguaci della compagnia di giro antigovernativa. Il povero Addeo non ha gli strumenti culturali per elaborarlo e incasellarlo in frasi democraticamente corrette, così lo restituisce come gli è arrivato dalle persone di cui si fida e che stima: violento e vigliacco. Come tutti gli sventurati, ora tocca a lui pagare il conto più salato. Si è esposto inconsapevole, probabilmente pensando: se lo fanno gli altri, gente così importante, perché non io? Quando si è accorto che è diverso dai suoi compagni, prima ha chiesto pietà al nemico, poi ha tentato il suicidio. E chi lo aveva ingannato, anziché fare mea culpa, ha provato ad addossarlo all’altra parte.