Bastava attendere e la frittata è arrivata. Il corteo pro-Gaza messo il giorno prima del referendum è stata una mossa per cercare (disperatamente) di serrare le fila del campo progressista e dei suoi elettori e invogliarli ad andare alle urne. E come sottolinea il Secolo d'Italia, a dare l'allarme di una inopportuna rottura del silenzio elettorale sulla consultazione referendaria è stato Pier Luigi Bersani, anche lui in piazza. L'europarlamentare di Fratelli d'Italia non usa giri di parole: "Bersani che si fa intervistare al corteo per Gaza agghindato col cappello che invita a votare Sì ai referendum di domani, è una schifezza morale e legale".
E a seguire il video con Bersani che promuove il Sì. E ovviamente sui social si è subito scatenata la polemica: "Di Gaza e dei bambini palestinesi non gli importa nulla. Hanno “sfruttato” l’occasione solo per fare campagna elettorale", scrive un follower. "Ecco, il silenzio elettorale per loro non vale", gli fa eco un altro. Una schifezza anche "legale – commenta un altro utente – perché oggi è giorno di silenzio elettorale. Ma per l’ennesima volta la sinistra organizza una manifestazione a meno di 24 ore dal voto, incurante della legge che le vieta". Infine va dato conto del post Facebook di Bersani che di fatto chiama al voto il popolo della piazza: "Non ci si distingue: questo è il popolo del centrosinistra. Non sono antisemiti, sono qui per dire basta al massacro. È la stessa gente che dice Sì alla dignità del salario, Sì alla sanità per tutti, Sì alla cittadinanza di chi studia, lavora e paga le tasse qui. È tutta gente che domani andrà a votare".
#Bersani che si fa intervistare al corteo per #Gaza agghindato col cappello che invita a votare Sì ai #referendum di domani, è una schifezza morale e legale.
— Nicola Procaccini (@NProcaccini) June 7, 2025
Morale perché si strumentalizza il dramma palestinese, di cui evidentemente a Bersani, Conte, Schlein e Fratoianni… pic.twitter.com/n1qo6rfEJo