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Quorum lontanissimo sul lavoro e migranti: va a votare solo il 22%. Al Sud i dati peggiori

Affluenza bassissima: alle 23 si avvicina al 30% solo la Toscana, seguono Piemonte ed Emilia. Nel Mezzogiorno, bacino elettorale M5S, percentuale sotto la media. Alle 15 lo stop alle operazioni, anche per i 13 ballottaggi
di Elisa Calessi lunedì 9 giugno 2025

4' di lettura

Alla fine della prima giornata dei referendum, il quorum appare lontanissimo. Alle 23 di ieri sera con il 50% delle sezioni l’affluenza era pari al 22% degli aventi diritto, con la soglia del 50% a distanza siderale. La Regione con più votanti alle 23 era la Toscana (28,5%), seguita dall’Emilia-Romagna (27,1%) e il Piemonte (25,3%). Alle 19, in concomitanza con la seconda rilevazione, aveva votato solo il 16,1%. Nel 2011, quando si era riusciti a raggiungere il quorum (i quesiti allora erano sul nucleare e sull’acqua pubblica), aveva votato più del 30%. È vero che c’è tempo anche oggi fino alle 15 per andare al voto e che i comportamenti di voti (quando votare) possono cambiare da una volta all’altra. Ma siamo 15 punti sotto alla volta in cui si era riusciti a centrare il bersaglio.

La mappa dell’affluenza, regione per regione, già alle 19 dava indicazioni preziose. La Toscana, con il 22,18%, è la regione che ha conquistato il podio nella classifica delle regioni dove più persone sono andate alle urne. La Calabria, con il 10,11%, quella che si piazza ultima. In attesa del dato definitivo, qualche riflessione si può già fare. Le regioni cosiddette “rosse” sono quelle in cui più elettori si sono recati alle urne. Segno che a mobilitarsi è stato lo zoccolo duro del centrosinistra. Oltre alla Toscana, c’è l’Emilia Romagna dove ieri alle 19 erano andati a votare il 21,17% degli elettori. Tocca il 20% anche il Piemonte, così come la Liguria (20,23%), mentre la Lombardia si ferma al 18,23%. Affluenza discreta anche in Umbria, dove la percentuale supera il 15%. Un punto sotto le Marche che toccano il 16%. Il Lazio si ferma al 16,99% e peggio ancora va il Veneto, con il 14,68%. Ma è il Sud a disertare le urne: la Campania si ferma al 13,83%, il Molise al 12,55%, la Basilicata al 12,98%, la Sardegna al 13,02%, la Sicilia al 10,62%, la Puglia al 12,20%. E va male anche il Trentino Alto Adige (11,76%) e l’Abruzzo (13,8%).

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LA DIFFERENZA
Ci sarà tempo, a urne chiuse, per analizzare i dati. Salta agli occhi, però, già alla fine della prima giornata, una differenza tra Nord e Centro-Sud. Al Centro e al Sud i votanti sono decisamente meno. Per ragioni “climatiche” (in una domenica con temperature da agosto, molti ne hanno approfittato per andare al mare), ma anche politiche (il centrodestra, forte al Sud, invitava all’astensione, indicazione a cui si è sommata quella del M5S, orientata a votare 4 sì sul lavoro ma a lasciare libertà di coscienza sul quinto quesito, quello sulla cittadinanza). Non è andata meglio per i ballottaggi. Ieri e oggi, infatti, si votava anche in 13 comuni per le elezioni amministrative. Anche qui l’affluenza è risultata in calo rispetto al primo turno, fermandosi al 24,54%. Al primo turno aveva votato il 34,53% degli aventi diritto. Nei due comuni capoluogo al ballottaggio, Matera e Taranto, sono andati alle urne rispettivamente il 24,66% e il 22,18%. E a Matera si prospetta una sfida all’ultimo voto e all’ultimo post. Nonostante il silenzio elettorale, infatti, lo scontro si è spostato sui social tra Roberto Cifarelli (centrosinistra) e Antonio Nicoletti (centrodestra). A innescare la miccia è stato un post di Nicoletti su un messaggio inviato via whatsapp da Cifarelli sulla possibilità di accompagnare ai seggi persone non in grado di raggiungerli. Il candidato del centrodestra ha contestato il fatto che nel messaggio, a cui era allegato il numero di un autista da contattare, ci fosse scritto: «Quando chiamate identificatevi e riferite che siete per Cifarelli sindaco». La risposta del candidato del centrosinistra non si è fatta attendere: «Rivendico con forza e orgoglio», ha ribattuto Cifarelli, «l’organizzazione di un servizio di accompagnamento ai seggi a favore di persone fragili con difficoltà diverse che altrimenti non potrebbero esercitare il diritto di voto». Polemiche rinfocolate dai sostenitori di entrambi. Si è votato, poi, anche in Sardegna al primo turno per rinnovare sindaco e consiglio comunale in alcuni comuni. Anche qui l’affluenza non è stata altissima: hanno votato il 32,2% degli aventi diritto. A Nuoro - unico capoluogo di provincia al voto e comune con più di 15mila abitanti dove è previsto il ballottaggio - l’affluenza è stata ieri del 32,26% (in calo rispetto al 37,29% alle precedenti comunali).

I LEADER
Sono andati a votare i principali leader, da Elly Schlein a Giuseppe Conte, da Angelo Bonelli a Nicola Fratoianni, compresa Giorgia Meloni, che è andata al seggio ma non ha ritirato la scheda. Ed è andato a votare Sergio Mattarella, a Palermo. Mentre Carlo Calenda andrà oggi. Maurizio Lupi, di Noi Moderati, che si era schierato per i No, di fronte ai dati bassi dell’affluenza, ha invitato a «fare una riflessione sul referendum e sull'abuso» di questo strumento. Oggi per votare c’è tempo ancora fino alle 15. Poi si farà un bilancio. Dell’affluenza e dei risultati.

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