"Non basta avere ragione, serve la forza". Così Ilaria Salis su Instagram dopo il flop del Referendum promosso da tutta la sinistra italiana. Con la parola "forza", l'eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra non intende la violenza, certo. Bensì le "mobilitazioni vere: scioperi, vertenze, conflitto". Insomma, un ritorno al modello invocato da Maurizio Landini negli ultimi mesi, quello della "rivolta sociale". E i risultati si sono visti...
"Troppo comodo dare la colpa del fallimento dei Referendum alla destra al potere - prosegue Salis -. Quelli sono i nemici dichiarati della classe lavoratrice e dell’eguaglianza: è naturale – persino coerente dal loro ignobile punto di vista – che adoperino ogni mezzo, compreso il facile appello all’astensione, per ostacolare l’affermazione dei diritti. Appellarsi lamentosamente alle 'responsabilità istituzionali' di Meloni & co. non funziona. Soprattutto in un contesto segnato da una profonda sfiducia nelle istituzioni stesse, tanto più se presiedute da post-fascisti democraticamente eletti. Il vero nodo è: perché, contando sulle nostre forze, non siamo riusciti a mobilitare chi aveva tutto l’interesse a votare? Serve una riflessione seria. Serve autocritica. Io per prima – pur non essendo tra le promotrici – nel ruolo che ricopro, mi sento triste e corresponsabile di questo fallimento", aggiunge Schlein, in un surreale concentrato di retorica da centro sociale.
Salis poi si sofferma anche sul tema del quorum. Secondo l'eurodeputata di Avs una "soglia fissata al 50% + 1 si rivela eccessivamente alta, scoraggia la partecipazione e penalizza la democrazia diretta. Certo, fa sorridere notare come la sinistra, una volta persa la partita in modi così plateale, voglia portarsi a casa il pallone. Come a dire: "Non riusciamo a vincere, allora dobbiamo cambiare le regole". Ecco la democrazia secondo la sinistra...