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Maurizio Landini affondato dalla Cisl: "Il vero grande sconfitto"

La segretaria Cisl Fumarola contro il leader Cgil: "Riforme così complesse non si fanno per abrogazione". Poi la bordata sul mancato rinnovo dei contratti
giovedì 12 giugno 2025

2' di lettura

"Il grande sconfitto del referendum è il merito". E il secondo è Maurizio Landini. Non lo dice ma lo lascia intendere, Daniela Fumarola, la segretaria della Cisl che in una intervista su Quotidiano nazionale riflette sulle conseguenze nefaste del voto dell'8 e 9 giugno sul mondo del lavoro e la credibilità di chi dovrebbe rappresentarne gli interessi, a livello politico e sindacale. 

"Il mercato del lavoro non si governa guardando al passato, né polarizzando il clima sociale e politico. Riforme così complesse non si fanno per abrogazione. Dobbiamo costruire nuove tutele universali, e dobbiamo farlo insieme, unendo le competenze e le responsabilità, non facendo un all in politico contro questa o quella maggioranza. Il vero sconfitto di questa tornata referendaria è stato il merito, il bisogno reale e profondo di leggere il presente, di abbandonare i feticci ideologici, di dare unità su risposte adeguate di protezione e promozione della persona che lavora o cerca lavoro", incalza la Fumarola. 

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Per la segretaria "il rammarico più grosso è aver utilizzato il referendum sulla cittadinanza. Un boomerang micidiale e preannunciato che rischia di cristallizzare, così com'è, una legge sbagliata. Continueremo a lavorare per una riforma vera, organica, che unisca inclusione a integrazione accelerando i percorsi e introducendo forme di ius scholae per le seconde generazioni. Ci sono 800mila ragazzi che sono già italiani in tutto e per tutto e che aspettano solo un riconoscimento formale. Dobbiamo fare questo passo, che non è né di destra né di sinistra: è giusto, e va compiuto con l'apporto di tutti e coinvolgendo le parti sociali", spiega Fumarola.

"Oggi non siamo di fronte a una crisi di occupazione, ma di qualità del lavoro. I dati parlano chiaro: crescono gli occupati stabili e a tempo indeterminato, in tutte le aree del Paese. Ma bisogna elevare il valore aggiunto espresso dall'occupazione, incrementare i salari redistribuendo la produttività. Servono più sicurezza, più formazione, nuove tutele universali, partecipazione - prosegue Fumarola -. Per questo occorre un nuovo 'Statuto della Persona' nel mercato del lavoro. Un impianto moderno che accompagni le transizioni, tuteli i percorsi discontinui, colleghi reddito, apprendimento, orientamento garantendo ogni individuo a prescindere dal tipo e dalla natura del lavoro che svolge o che intende cercare". 

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"La questione salariale va affrontata senza demagogia - prosegue la leader della Cisl -. Occorre rinnovare tutti i contratti privati e pubblici scaduti, estendere la contrattazione non solo aziendale, ma anche territoriale, che è la vera leva per raggiungere anche il lavoro più frammentato nelle piccole imprese. È poi inaccettabile quello che sta accadendo nei rinnovi della sanità e degli enti locali. Due contratti fermi per immobilismo irresponsabile di alcune sigle", e il riferimento in questo caso è proprio alla Cigl e alla frangia più radicale dei sindacati. "Le stesse che hanno firmato in passato accordi pubblici ben al sotto delle soglie inflazionistiche oggi per una logica benaltrista frenano circa 20 miliardi di massa salariale aggiuntiva". Perché per qualcuno l'importante è fare battaglia politica, anche alle spalle dei lavoratori.

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