Sul referendum "è andata male, non abbiamo raggiunto il quorum. Avevamo raccolto le firme proprio perché il nostro obiettivo era cancellare queste leggi" e "non si è riusciti a fare una discussione nel merito" con destra e sinistra che semplicemente invitavano a non votare. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini a Piazza Pulita. Quanto alle dichiarazioni secondo cui la consultazione popolare sarebbe stata un suo trampolino di lancio per entrare in politica, "sono cavolate. No, proprio non esiste", e sul futuro "basta, ho lavorato 50 anni".
Poi torna ancora sul referendum: "Stiamo parlando di 13 milioni di persone che hanno votato sì e sono di più sia del governo che dell'opposizione. Lo dico non per fare politica ma perché 13 milioni di persone hanno detto a tutti che il lavoro deve cambiare", ha detto Landini. "Questo mi dà forza per non cambiare e per proseguire", ha proseguito definendo un "giocare con la crisi della democrazia" il fatto che alcuni politici si siano intestati il risultato del non voto: "non si rendono conto che atteggiamento cosi portano la gente a dire che son tutti uguali". Infine una stoccata che ha il sapore di un regolamento di conti nel campo progressista: "Non ha aiutato farlo diventare un referendum sul governo, anzi". Insomma, la colpa scaricata sugli alleati. Classico fuoco amico. E che faccia tosta a sostenere che non fosse un referendum sul governo...