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Giuseppe Conte, "ho fatto spiare Casarini". Caos a sinistra: "Abisso di indecenza"

sabato 14 giugno 2025

2' di lettura

Quando Giuseppe Conte era a Palazzo Chigi ha spiato, sì, ma "solo" Luca Casarini. Mai i giornalisti. Ha del clamoroso la confessione dell'ex premier, oggi leader del Movimento 5 Stelle, sulla vicenda Paragon. Parole che vorrebbero essere una autodifesa ma che finiscono per smontare punto per punto la propaganda del centrosinistra secondo cui i "mandanti" dei dossieraggi siano a destra. 

"In uno Stato democratico, uno Stato di diritto, che il direttore di una testata e un suo giornalista vengano così intrusivamente spiati è assolutamente illegittimo. Il governo non può dire 'è finita qui'", incalza Conte in una intervista a Fanpage. Il tema è il suo coinvolgimento nella vicenda e quindi l'autorizzazione che diede per le intercettazioni nei confronti di Luca Casarini e di Beppe Caccia nell'ambito dell'Ong Mediterranea

Paragon, figuraccia della sinistra sulle spiate

Sembra la trama di un giallo, di quelli scritti da Frederick Forsyth, il romanziere inglese, ex corrispondente della Bbc...

"Adesso che c'è la relazione del Copasir, quindi quello che era secretato è di pubblico dominio, mi sento sollevato dal vincolo di riservatezza". La richiesta, spiega, arrivò "verso la fine del 2019" dai servizi e lui la controfirmò, poi venne autorizzata dalla Procura generale della Corte d'Appello di Roma. "Alla base c'era un clima per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori, che avvenisse o meno in piena conformità con i regolamenti e i trattati internazionali, e anche una Procura siciliana che stava indagando per eventuali fattispecie di reato". 

Conte ricorda poi che i servizi segreti hanno "una funzione anche preventiva rispetto ai comportamenti illegittimi", ma sottolinea che lo spionaggio avvenne in quegli anni "con intercettazioni telefoniche", in "piena legittimità formale e sostanziale". Diverso invece secondo lui l'utilizzo di Graphite, autorizzato nel 2024 dal governo Meloni: "È una modalità molto più invasiva, perché non si tratta più di intercettazioni telefoniche, ma di uno spyware che riesce a estrarre file, documenti di ogni tipo, conversazioni sulle chat". 

La versione di Conte viene bollata come "un abisso di indecenza" da Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo ed eurodeputata del Pd. "Incluso tutto il teatrino precedente - sottolinea la Piciern su X -, il dito ostinatamente puntato verso altri, nonostante la consapevolezza privata che, nella migliore delle ipotesi, Conte ha fatto esattamente la stessa cosa. Ma a cosa è ridotta la politica?".

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