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Giorgia Meloni, ora perfino i francesi ce la invidiano

di Mauro Zanon lunedì 16 giugno 2025

3' di lettura

C’è il magico mondo di Elly Schlein e del goscismo culturale stantio incarnato dagli Augias e dai Gramellini, secondo cui l’Italia, da quando c’è Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, sarebbe isolata e anello debole dell’Ue. Poi c’è la realtà. Quella che viene descritta da una stampa come quella francese che all’inizio del mandato guardava Meloni con diffidenza, e oggi, invece, prende atto dei risultati delle sue politiche, di numeri che a Parigi, il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, può soltanto sognare.
«Giorgia Meloni, le ragioni di un successo», è la copertina del Figaro Magazine, il settimanale del Figaro, che presenta il presidente del Consiglio italiano coma una «Lady di ferro in versione mediterranea». Dopo più di due anni al potere, scrive il giornalista del Figaro Jean-Marc Gonin, «impressiona alleati e avversari» e «in un sistema politico propizio alle crisi a ripetizione, a intrighi machiavellici e tradimenti, guida la nave con mano ferma, dando ai suoi concittadini un sentimento di stabilità inedito».

Ripercorrendo il percorso di Meloni dalla sua gioventù fino all’ascesa a Palazzo Chigi, Gonin definisce la leader di FdI «lavoratrice, dotata e eloquente», elogiando la sua inflessibilità dinanzi a diktat e ingerenze provenienti da Parigi e Berlino, abituate nel passato a «interlocutori transalpini più accomodanti».

Nicolas Baverez, grande economista liberale ed editorialista del settimanale Le Point, ha pubblicato in questi giorni un articolo che va nella stessa direzione, spiegando che oggi il modello da seguire è l’Italia di Meloni e il vero malato d’Europa è la Francia di Macron. «La Francia della Quinta Repubblica ha spesso trattato l’Italia con una condiscendenza venata di disprezzo. E i rapporti tra i due Paesi si sono bruscamente deteriorati con l’arrivo al potere di Giorgia Meloni, che Emmanuel Macron ha ostracizzato e cercato di emarginare all’interno dell’Ue accusandola di neofascismo. Ma i rapporti di forza si sono completamente ribaltati tra l’Italia, che è in piena ripresa, e la Francia, che è diventata l’unico malato d’Europa da quando Friedrich Merz ha rimesso in carreggiata la Germania», ha scritto Baverez sul Point, prima di aggiungere:

«L’emblema è l’annuncio da parte dell’Unione europea che gli italiani hanno ora un reddito pro capite più alto, in termini di parità di potere d’acquisto, rispetto ai francesi, leggermente al di sopra di 40mila euro. Questa inversione di tendenza illustra la straordinaria ripresa dell’economia italiana dopo l’epidemia di Covid, con una crescita del 3,9% rispetto all’1,5% della Francia e allo 0,8% della Germania, trainata dagli investimenti e dalle esportazioni».

Secondo l’economista francese, «mentre la Quinta Repubblica sta tornando alle incertezze, agli errori e all’impotenza della Quarta Repubblica, l’Italia è l’incarnazione della stabilità politica, sostenuta dalla legittimità e dalla popolarità di Giorgia Meloni. Mentre Macron si ubriaca di parole scollegate dalla realtà, lei agisce e ottiene risultati».

Anche Jdnews, il settimanale del Journal du dimanche, ha dedicato la copertina al premier italiano. «La nouvelle grande d’Europe», è il titolo dell’articolo di Jules Torres, che spiega perché la leader di Fratelli d’Italia è «ormai imprescindibile» e ha «stravolto le vecchie certezze europee» attraverso le sue «alleanze conservatrici», il suo «tropismo transatlantico» e il suo «metodo implacabile». «In appena due anni, Giorgia Meloni ha cambiato l’idea che l’Europa aveva di lei.

Vista come una minaccia populista – “post-fascista”, titolavano all’epoca diversi media francesi –, è oggi considerata una partner seria. Il viaggio improvvisato a Roma di Emmanuel Macron è soltanto l’ultima conferma, simbolo di uno stravolgimento in corso a Bruxelles», scrive Torres. Se ne sono accorti tutti che la musica è cambiata, tranne al Partito democratico e nei salottini ammuffiti della sinistra benpensante italiana.

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