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Iran, Elon Musk e la mossa che può cambiare tutto: "Attivato Starlink"

Il miliardario patron di X ha attivato il servizio internet di Starlink, consentendo al popolo iraniano di avere l’informazione che il regime intende sequestrare
di Daniele Capezzone lunedì 16 giugno 2025

3' di lettura

Anche molti veri amici di Israele hanno fatto notare, nei mesi scorsi, ciò che è indubbiamente mancato nell’azione politica di Bibi Netanyahu: la volontà, oltre a vincere nettamente sul campo, di prevalere anche nella “battaglia dei cuori e delle menti”. La realtà è che – a torto o a ragione – il premier israeliano non ritiene che questo sia il suo compito prioritario. Ciò che lo muove è dare corpo alle parole “mai più” che vengono ritualmente ripetute da tutti in occasione delle Giornate della Memoria. Ecco: Netanyahu crede davvero al “never again”, non è interessato alla comunicazione, e ritiene che il suo posto nella storia israeliana sarà quello del leader che – anche con elevatissimi costi di impopolarità mondiale – si è assunto il compito di disarmare i nemici, di metterli davvero in condizione di non nuocere.

Però, nell’era della comunicazione integrale in cui siamo immersi, è fondamentale ciò che si vede e ciò che si dice, non solo ciò che si fa. E da questo punto di vista proprio una mossa di Elon Musk – al solito, gravemente sottovalutata dai media italiani – mostra una interessante complementarietà rispetto alle operazioni di Gerusalemme. Mentre il regime iraniano chiude e censura tutto, Musk ha deciso di attivare in Iran il servizio Internet di Starlink: in altre parole, di consentire al popolo iraniano di avere l’informazione che il regime intende sequestrare. Forse esagero con la speranza e perfino con il romanticismo, ma mi pare una scelta di importanza storica, a maggior ragione nel momento in cui – per fortuna – il regime degli ayatollah sta veramente vacillando. Nel testacoda intellettuale e morale di troppe cancellerie e di troppe redazioni occidentali, viene presentata come una cattiva notizia, come un’insidia, come un rischio, quella che invece dovrebbe essere considerata la più promettente speranza scaturita dall’offensiva israeliana di questi giorni: e cioè il fatto che il regime teocratico degli ayatollah di Teheran non sia mai stato così vicino alla sua implosione.

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Quel regime, che avvelena l’intera area dal 1979, è adesso in ginocchio. Teme Gerusalemme, questo è ovvio: Netanyahu ha mostrato una superiorità militare schiacciante, ed è praticamente certo che i servizi israeliani siano da tempo riusciti a infiltrare profondissimamente gli stessi apparati iraniani. Ma - ecco il punto - il regime, oltre agli israeliani, teme ormai la sua stessa gente. E allora ecco la mossa spettacolare di Musk: accanto alle strategie militari di Gerusalemme, Musk consente all’Occidente di parlare ai cuori e alle menti di un popolo iraniano che non attende altro se non di potersi liberare del clero violento, fanatico e integralista che lo opprime da 46 anni. Ricorderete una delle pagine più emozionanti della parabola di Ronald Reagan. Non solo - per vincere la guerra fredda - volle un poderoso riarmo che schiantò le velleità sovietiche e fece letteralmente implodere l’Urss.

Non solo si impegnò in una costante difesa dei princìpi e dei dissidenti. Ma aggiunse a tutto questo – per vincere anche la battaglia dei cuori e delle menti, appunto – pagine epiche, incluso il suo leggendario discorso del 12 giugno 1987 a Berlino Ovest («Mr Gorbaciov, tear down this wall!») che gli era stato vivamente sconsigliato dai soliti tremebondi «esperti». Come si sa, il muro venne effettivamente giù un paio d’anni dopo. So bene che la storia non si ripete mai uguale a se stessa. Ma è il momento di tentare, e Musk ci sta provando. Il punto è che le dittature temono - certo - le armi, ma hanno almeno altrettanta paura della libera informazione. Quanti sanno che, per lustri, una delle principali “attività di governo” del regime di Teheran è consistita nel disinnescare e nello smontare le parabole che consentivano ai giovani iraniani di collegarsi con le tv occidentali? Proprio rispetto all’Iran, in anni lontani fu l’appena scomparso Michael Ledeen il primo a caldeggiare iniziative di controinformazione, puntando sulla speciale situazione demografica di un paese fatto soprattutto di giovani.
Per carità, nessuno si illude di far cadere una dittatura solo con questi strumenti. Ma, oltre ai missili, l’Occidente ha una potente arma a sua disposizione: il desiderio di milioni di donne e uomini oppressi, in tutto il mondo, di sperimentare il sapore e il piacere della libertà di espressione.
Elon Musk ha l’enorme merito di ricordarlo e soprattutto di ricordarcelo.

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