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G7 in Canada, Meloni "mediatrice": subito mini-vertice con i leader

lunedì 16 giugno 2025

3' di lettura

Al via il G7 di Kanasakis, in Canada: un vertice che si preannuncia difficilissimo, vista l'agenda sul tavolo dei leader. Nella serata canadese, alla vigilia dell'apertura ufficiale dell'incontro, si è svolto un lungo e informale colloquio tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro britannico Keir Starmer e il primo ministro canadese, Mark Carney, padrone di casa. Il faccia a faccia è andato in scena nella notte italiana nel resort che ospita il summit, si è aperto con uno scambio di saluti e qualche battuta.

Nelle scorse ore fonti italiane hanno indicato l'obiettivo di trovare una posizione coordinata con i partner europei sulla guerra fra Israele e Iran, per poi arrivare a un coordinamento generale con il presidente Usa Donald Trump. In questo senso Meloni, la più vicina al capo della Casa Bianca, rivestirà un ruolo cruciale da mediatrice

Un lavoro - secondo quanto si apprende - iniziato già al mini-vertice "preliminare" con  Macron, Starmer, Carney e Merz. Con i capi di governo tedesco e inglese Meloni ha avuto anche due differenti bilaterali. "Stare due giorni insieme - ha detto Meloni in una breve dichiarazione - è un'occasione ottima per provare a discutere di tutti i temi che abbiamo in questo momento difficile: i recenti eventi in Medio Oriente, il cammino verso una pace giusta e duratura in Ucraina, gli sforzi che dobbiamo fare in Europa per rafforzare la nostra difesa e la nostra sicurezza in vista del vertice Nato". La premier si è detta anche "felice della nostra cooperazione sulla migrazione" che ha tra l'altro portato a inserire tra le dichiarazioni del summit una sul contrasto ai trafficanti. Poi la riunione a cinque per stabilire una linea comune da tenere nei confronti del tycoon.

Non c'è solo la crisi iraniana da affrontare: la guerra in Ucraina, Gaza, il tema dei dazi sono tutte questioni delicatissime e di non facile soluzione, nemmeno nel medio-lungo termine. Trump è arrivato nel resort ai piedi delle Rocky Mountains nella notte italiana preceduto dall'eco delle sue dichiarazioni e dalla 'candidatura' di Vladimir Putin come mediatore tra Teheran e Gerusalemme, una proposta che ha spiazzato tutti. "E' pronto. Mi ha chiamato per parlarne. Ne abbiamo parlato a lungo", ha detto, aggiungendo che "è il momento per un accordo, vedremo cosa succede".

"Non credo - ha detto Macron - che la Russia, che oggi è impegnata in un conflitto ad alta intensità e ha deciso di non rispettare la Carta delle Nazioni Unite da diversi anni, possa essere in alcun modo un mediatore". Ieri sera, dal Canada, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha sentito il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a cui ha "ribadito il nostro impegno per la pace, la stabilità e gli sforzi diplomatici che portino alla de-escalation". "Ho sottolineato - ha spiegato - che Israele ha il diritto di difendersi" contro l'Iran che "è la principale fonte di instabilità regionale" e che per l'Europa "non potrà mai dotarsi di un'arma nucleare". C'è però, ha aggiunto, "urgente bisogno di una soluzione negoziata".

Con Carney Meloni si vedrà per un faccia a faccia anche oggi, ma si lavora soprattutto a un contatto con lo stesso Trump. Un incontro ancora da definire nelle modalità (e che al momento non figura nell'agenda della Casa Bianca), ma comunque con l'obiettivo di facilitare il raggiungimento di una posizione comune sulla crisi Israele-Iran. La linea della premier, secondo quanto riferito da fonti italiane, è che bisogna percorrere tutte le strade per una "de-escalation e per imboccare la strada della diplomazia e della ripresa del dialogo". Anche per questo, ieri, ha sentito il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa e l'Emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani. Proprio i Paesi Arabi e i Paesi del Golfo, secondo la presidente del Consiglio, possono essere la "chiave" per arrivare a un cessate il fuoco e aprire la strada alla diplomazia. Non esclusa, vista la presenza al summit di von der Leyen, la possibilità di un incontro con Trump per fare il punto sulla trattativa sui dazi in vista della data fissata per l'entrata in vigore delle nuove tariffe. "Con il presidente Trump - ha detto in conferenza stampa a Kananaskis von der Leyen - ho ribadito l'impegno a trovare una soluzione sui dazi entro il 9 luglio, nel caso il risultato non fosse soddisfacente saremo in grado di rispondere: tutti i mezzi sono sul tavolo". Afe 20250616T074141Z

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