Un tempismo controverso e un contesto delicato: è in questo scenario che si inserisce la nuova polemica politica legata al leader del M5s, Giuseppe Conte. L’ex premier è atteso all’Aja per una manifestazione contro la Nato, proprio nei giorni in cui l’Alleanza atlantica si riunisce. Proprio nei giorni dell'attacco Usa all'Iran, raid con l'obiettivo di neutralizzare il piano nucleare del regime degli ayatollah. E se da parte di Conte arriva la timida rassicurazione di non essere contrario alla Nato, ma al riarmo, le sfumature e le scelte politiche del presunto avvocato del popolo suscitano più di un dubbio. Anche nel centrosinistra.
Infatti uno dei più netti nel criticare l’iniziativa di Conte è Paolo Gentiloni. Il commissario europeo, intervenuto a Radio Anch’io, ha picchiato duro: "Dare segnali oggi di apertura nei confronti di Putin, quando l’Europa dovrebbe serrare nel supporto all’Ucraina, è sbagliato. C’è anche una manifestazione del M5S con altri movimenti ma attenzione, perché alcuni di quei movimenti sono filo Putin", ha scandito l'ex premier.
Per Gentiloni, quindi, il problema non è solo il messaggio, ma anche e soprattutto il contesto in cui viene inserito. E su questo ha insistito, aggiungendo: "Apprezzo Conte per quello che dice oggi, ma anche i compagni di strada devono corrispondere". Insomma, smascherato chi sta con un piede in due scarpe.
A infiammare ulteriormente il dibattito ci ha pensato anche una mozione presentata dal M5S alla Camera, proprio in concomitanza con le comunicazioni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo. Nel testo si leggeva che, "nell’ambito del raggiungimento di una soluzione pacifica duratura e permanente del conflitto non più rinviabile", il governo avrebbe dovuto impegnarsi per "intensificare gli sforzi a livello europeo per trovare una soluzione efficace alla questione del transito e approvvigionamento del gas che non escluda a priori e pro futuro una possibile collaborazione con la Russia". Una mano tesa a Putin, insomma. Una soluzione dalla quale anche il Pd ha preso le distanze.
La proposta, va da sé, non ha trovato il consenso dell’Aula ed è stata bocciata, ma ha comunque sollevato moplteplici critiche. E ha contribuito a rafforzare l’idea, sostenuta da Gentiloni e non solo, che le scelte politiche del M5S stiano mandando segnali poco coerenti con la linea di fermezza che l’Europa intende mantenere nei confronti della Russia (e non solo).