Il Consiglio europeo del 26 e 27 giugno discuterà anche di migrazioni, con una novità: la Germania si è unita al gruppo di lavoro sull’immigrazione promosso dall’Italia, insieme a Danimarca e Paesi Bassi, come annunciato dalla premier Giorgia Meloni alla Camera. Questo gruppo, che rappresenta la maggioranza degli Stati membri, si concentra sulla protezione dei confini esterni e sul controllo dei flussi migratori, segnando un cambio di paradigma europeo, spinto dall’Italia, verso una gestione più strategica rispetto alla sola accoglienza.
Ursula von der Leyen, nella sua lettera pre-Consiglio, ha evidenziato l’imminente missione del commissario Magnus Brunner in Libia per collaborare con le autorità locali su gestione delle frontiere, lotta al traffico di migranti, visti di lavoro e rimpatri volontari. Meloni ha sottolineato gli impegni del G7 contro il traffico di esseri umani e il sostegno allo sviluppo dei Paesi di origine, con il Piano Mattei come fulcro, ormai non più solo italiano ma integrato con il Global Gateway Ue.
A Bruxelles, negli ultimi due anni, l’Italia ha guidato un cambio di approccio, focalizzato su partenariati con Paesi di origine e transito, un nuovo Regolamento sui rimpatri e il Patto su migrazione e asilo, in vigore da metà 2026. Meloni ha rivendicato l’introduzione di concetti come “Paese sicuro” e il protocollo Italia-Albania, oltre alla lista europea dei Paesi di origine sicuri, che supera decisioni ideologiche del passato. Infine, ha ricordato l’iniziativa con la premier danese Frederiksen e altri leader per rivedere le Convenzioni internazionali, con crescente adesione, come quella dell’Ungheria.