"Noi andiamo avanti con le buone relazioni con entrambe le parti libiche anche per condividere la lotta ai trafficanti di esseri umani": il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi lo ha detto al Tg1 dopo essere stato respinto in Libia, dove era arrivato per una missione europea. Il rapporto con Bengasi, ha aggiunto il titolare del Viminale, "è strutturato e si sta sempre più fondando su basi solide, quindi credo che un incidente pur serio, peraltro non gestito dalla parte italiana, non potrà minare la collaborazione".
Piantedosi, inoltre, ha fatto sapere che "la prima parte della missione a Tripoli è andata benissimo con un incontro proficuo e ricco di spunti costruttivi. Se qualche appassionato dell'immigrazione incontrollata crede di compiacersi dell'accaduto e di festeggiare, ritengo che sia sulla strada sbagliata perché noi andiamo avanti". Secondo lui, tra l'altro, è sbagliato parlare di "respingimento": "I giornali hanno parlato di un respingimento ma non c'è stato nessun respingimento: si è trattato di un incontro annullato all'ultimo momento per un risentimento da parte libica su qualche eccesso di zelo da parte di qualche funzionario della delegazione europea".
Il portavoce della Commissione europea Markus Lammert, invece, ha parlato di "problema di protocollo" e ha dichiarato: "Quella condotta ieri in Libia dal commissario alle Migrazioni Magnus Brunner e i ministri dell'Interno di tre Paesi membri, incluso l'italiano Matteo Piantedosi, era una missione importante ma complessa".