Intervista grottesca, quella che ha rilasciato Matteo Ricci ai microfoni di L'aria che tira su La7. L'ex sindaco di Pesaro, oggi candidato del campo largo per le regionali nelle Marche, si è difeso dopo l'avviso di garanzia che gli è stato recapitato a casa. Come? Dando la colpa a un suo ex collaboratore e, addirittura, sostenendo di essere una vittima di questa vicenda giudiziaria.
"Intanto nell'atto che mi è arrivato, il beneficio che ne avrei avuto non è un beneficio patrimoniale - ha spiegato Ricci -. Quindi il procuratore stesso esclude che ci sia qualsiasi tipo di coinvolgimento in termini di soldi da parte mia. Il vantaggio che avrei avuto è un vantaggio di consenso politico. In verità per 15 anni da amministratore locale non mi sono mai occupato di affidamenti pubblici. Mi sono sempre fidato dei miei collaboratori. In questo caso di un ex collaboratore che mi organizzava gli eventi. Del resto quando uno fa il sindaco o si fida dei propri collaboratori o la macchina amministrativa non va avanti. Se c'è un mio ex collaboratore che ha sbagliato, la responsabilità è sua. Che c'entro io?".
E ancora: "Sono parte lesa, perché in questi anni l'amministratore ha avuto decine e decine di collaboratori. Se il mio collaboratore ha sbagliato tradendo la mia fiducia, sia il sindaco sia il Comune sono parte lesa perché è evidente che se qualcuno ha nascosto qualcosa a me o all'amministrazione comunale o si è approfittata del ruolo che aveva per fare gli affari suoi, io sono parte lesa. Si tratta di un danno di immagine per me. Ribadisco: io non c'entro assolutamente nulla".
L'aria che tira: qui il video dell'intervento di Matteo Ricci