La polemica sul caso Almasri si arricchisce di un nuovo capitolo, questa volta firmato da Angelo Bonelli. Il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde, in un intervento dai toni consueti incendiari, ha puntato il dito contro l’ex magistrato Giusy Bartolozzi e contro l’attuale Guardasigilli Carlo Nordio, arrivando a definire la prima, capo di gabinetto del Guardasigilli, “il vero Ministro della Giustizia” e il secondo “una comparsa”.
Secondo l'ultima farneticazione di Bonelli, Bartolozzi avrebbe guidato dall’ombra le scelte dell’esecutivo sul delicato dossier Almasri, arrivando a suggerire ai dirigenti del ministero di comunicare attraverso Signal, l’app di messaggistica “più usata dalla criminalità organizzata”. Un’affermazione pesante, una narrazione complottista, al sapor di fango. Bonelli arriva persino a ipotizzare “cose da temere” dietro l’uso di canali alternativi alle comunicazioni istituzionali, insinuando opacità senza produrre elementi nuovi.
Il parlamentare, nel suo attacco, accusa inoltre i ministri Piantedosi e Nordio di aver “mentito al Parlamento” quando riferirono sul caso, e spinge il giudizio fino a Meloni: la premier, secondo Bonelli, non avrebbe “messo la faccia” sulla vicenda e oggi reciterebbe “la parte della vittima”. L’affondo si conclude con l'ennesima ripetizione del ritornello: “Almasri, stupratore e assassino, ringrazia Meloni e il suo governo”.
Un crescendo inquietante che si inserisce in un quadro già infuocato Le parole di Bonelli arrivano all’indomani di un’altra controversia. Ieri, martedì 5 agosto, Cesare Parodi, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, aveva fatto riferimento in modo esplicito proprio a Giusy Bartolozzi, innescando la durissima replica di Nordio: il ministro aveva chiesto pubblicamente se Parodi avesse avuto accesso ad atti riservati, sollevando dubbi sulla correttezza istituzionale dell’intervento dell’Anm. Ovviamente, Bonelli sposa in toto le posizioni di Parodi.